Fu cattedrale dall’XI secolo al 1418, anno in cui la diocesi di Barbaria, comprendente anche la Trexenta, fu accorpata a quella di Cagliari. Le vicende della chiesa di san Pietro, patrono di Suelli, sono strettamente legate a un altro santo, san Giorgio, personaggio carismatico, noto per beatitudine e miracoli, primo vescovo della diocesi di Suelli, a soli 22 anni. Sulle origini dell’edificio di culto si addensano nubi: le prime tracce scritte sono di poco posteriori alla morte del vescovo (1117) e riguardano le donazioni ricevute. Nel corso dei secoli l’edificio fu rimaneggiato più volte, eppure noterai chiare le impronte dell’impianto duecentesco, conservate in facciata. Il primo profondo intervento (XIII secolo) fu a opera di maestranze toscane, che trasformarono la chiesa in stile romanico-pisano.
L’aspetto dell’ormai ex cattedrale fu rivisitato nel XVI secolo in chiave gotico-catalana: furono costruite le cappelle e il campanile a canna quadra con ampie finestre e cornice merlata. Lo vedrai svettare nella grande piazza centrale, nella parte alta del borgo di origine medioevale. Attorno ad essa si dispongono irregolarmente a raggiera case e viuzze in pietra. Nel 1869 San Pietro fu ulteriormente (e definitivamente) ristrutturato. Modificata allora, la facciata si presenta oggi con tetto a capanna e lesene che sostengono cinque arcate. Dell’impianto originario restano basamento, una parte del portale, capitello di uno stipite e sagome delle arcatelle laterali. L’unica navata ha copertura lignea. Il presbiterio è quadrangolare con volta a crociera: vi accederai da un arco a sesto acuto poggiante su pilastri. Sopra l’altare ammirerai un retablo in legno del 1533-35, proveniente dalla bottega dei Cavaro di Cagliari. Nei dipinti sono rappresentati i quattro evangelisti, un Ecce Homo, i santi Paolo, Pietro e Giorgio vescovo, del quale ammirerai anche una statua lignea. In legno sono anche un pulpito multicolore del 1634, un tabernacolo decorato e un seicentesco coro. Una cappella custodisce un organo a canne del XVIII secolo.
Attraverso una cella del campanile ‘gotico’, accederai al santuario di san Giorgio. La sua facciata è liscia, di colore giallo tenue. L’interno è elegante con arredi antichi, come l’altare ligneo. Il restauro del ‘tempietto’ portò alla luce tre strati pavimentali. Il più profondo è altomedioevale, mentre nel secondo è stata rinvenuta una lastra in pietra che copriva un pozzetto sepolcrale con dentro frammenti di ossa: forse è il sepolcro del vescovo. Il santuario conserva anche un retablo del XVII secolo, che illustra la vita di san Giorgio, e un artistico reliquiario che custodirebbe parte del piviale del santo, celebrato ogni anno per cinque giorni dopo la Pentecoste. A lui è intitolato un suggestivo itinerario spirituale, il cammino di san Giorgio vescovo. Anche il maestoso nuraghe Piscu, monumento-simbolo di Suelli e di tutta la Trexenta, prenderebbe nome da lui: su piscu significa ‘il vescovo’.