Sorge nel Campidano di Oristano, a circa dieci chilometri sia dal capoluogo che dalla costa, in cui spiccano incontaminate le spiagge della penisola del Sinis. Baratili san Pietro fino al 1864 era semplicemente Baràtili, poi fu aggiunto il riferimento al santo patrono del paese, festeggiato a fine giugno. La parrocchiale di san Pietro, a croce latina, con campanile coperto da una cupola ‘a cipolla’ è il fulcro di un centro menzionato, nella forma Oiratili, sin dalla metà del XII secolo. Oggi conta circa mille e 300 abitanti ed è particolarmente rinomato per la vernaccia, vitigno autoctono (tipico dell’Oristanese) che domina i paesaggi pianeggianti circostanti da cui è prodotto artigianalmente un corposo e delizioso vino bianco, da accompagnare con piatti salti e coi dessert.
Alla specialità vitivinicola è dedicato, a inizio agosto, un evento immancabile, la sagra della vernaccia, (a chiudere la festa di san Salvatore), con degustazione accompagnata da piatti tipici. Sono peculiari (e prelibate) a Baratili pietanze a base di agnello e coniglio, insaporite dall vino locale. A inizio maggio altro appuntamento da non perdere, la sagra degli asparagi.
Il toponimo è di origine verosimilmente preromana: il suo territorio fu abitato densamente fin da età fenicia, la cui massima espressione dell’area è l’antica città di Tharros. Nel Medioevo il paese appartenne prima al giudicato di Arborea, poi, dal 1410, fu villa del regno aragonese di Sardegna. È probabile che il villaggio, in età moderna, sia stato più volte attaccato dai pirati barbareschi che frequentemente penetravano nel Campidano per compiere razzie. Nel XVII secolo, a causa di alcune calamità, rischiò di spopolarsi. Nel 1767 entrò a far parte del marchesato d’Arcais, formatosi con i territori già facenti parte del marchesato di Oristano. Tra 1927 e 1945 il Comune fu aggregato a quello di Riòla (oggi Riòla Sardo), poi fu di nuovo indipendente.