Erano ‘dimore per l’aldilà’, con decorazioni create a imitazione delle abitazioni dei vivi, per mantenere un legame simbolico con gli antenati e concedere loro un riposo eterno in ambienti ‘familiari’. Dieci domus de Janas compongono la necropoli di Santu Pedru, scavate durante il IV millennio a.C. nel tufo trachitico di una collina della Nurra, a dieci chilometri da Alghero, ‘capitale’ della Riviera del Corallo. Le sepolture collettive nuragiche occupano il versante orientale della collina, sormontata da un nuraghe con villaggio di capanne e restarono in uso, anche con finalità differenti, fino all’alto Medioevo.
Le tombe sono di dimensioni ragguardevoli e pluricellulari, ossia composte da più vani preceduti da un corridoio d’ingresso, il dromos. Spicca per complessità e aspetto monumentale la tomba I, detta anche ‘dei vasi tetrapodi’, in quanto vi furono rinvenuti, in perfetto stato di conservazione, due vasi ceramici a quattro piedi. Dall’ingresso, che si apre sul ciglio stradale, percorrerai un lungo dromos e giungerai all’anticella semicircolare. Qui noterai tracce di pittura in ocra rossa in prossimità di un’apertura decorata con architrave e cornici che conduce alla cella principale. Da questa sala si diramano altri nove ambienti. Nel vano principale osserverai una falsa porta, simbolo del transito verso l’aldilà, due pilastri e un portello con protomi taurine. Colonne, zoccoli e altri elementi architettonici fanno ipotizzare che la tomba I fungesse anche da santuario.
Le altre tombe presentano caratteristiche simili, in particolare la tomba III, con un numero di vani secondari addirittura maggiore. Mentre la cella primaria della tomba V, mai completata, contiene un bancone. Noterai tracce di pittura rossa anche nelle tombe VI e VIII. La tomba IV occupa la parte più alta del pendio e ha una particolarità: fu riadattata attorno al VI secolo d.C. a chiesa rupestre, dedicata secondo tradizione ai santi Pietro e Lucia. La struttura presenta due absidi contenenti piccoli altari e una croce scolpita a destra dell’ingresso. Separata dal resto del complesso è la tomba X, che si trova sul lato opposto della strada, quasi di fronte alla tomba I. Nella cella principale, a pianta rettangolare, ci sono due pilastri, una falsa porta e la traccia di un focolare scolpito in rilievo sul pavimento. Le domus de Janas dallo straordinario valore decorativo ed estetico era prerogativa di Nurra algherese e Logudoro turritano: a circa 15 chilometri da Santu Pedru c’è la celebre necropoli di Anghelu Ruju, una delle più estese dell’Isola; mentre a cinque chilometri sorge una delle più spettacolari domus finora esplorate, s’Incantu, la tomba dell’architettura dipinta, ‘fiore all’occhiello’ della necropoli di monte Siseri a Putifigari. Pittura in chiaroscuro, false porte dipinte di rosso, lesene, focolari e altorilievo di coperture a travi caratterizzano cella e anticella, con continuo riferimento alle corna taurine. Poco più a nord, a Olmedo, visiterai la fortezza di Monte Baranta, con una muraglia megalitica lunga quasi cento metri.