Le sue cinque domus de Janas sono appartate, nel versante scosceso di una collina trachitica, accessibili da ingressi nascosti: da essi si diramano anditi e ambienti che si addentrano nelle profondità del rilievo roccioso, per un totale di 18 cellette funerarie. La necropoli prenuragica di sas Arzolas de Goi, risalente alla cultura di Ozieri (3200-2800 a.C.) e in uso sino all’Eneolitico (2400-1800 a.C.), sorge a poche centinaia di metri dall’abitato di Nughedu Santa Vittoria, piccolo centro del Barigadu, a 50 chilometri da Oristano, affacciato sullo splendido scenario del lago Omodeo. Le tombe, pluricellulari, con andito, anticella, camera principale e vani laterali, custodiscono espressioni artistiche preistoriche, come effigi scolpite nella pietra raffiguranti le divinità invocate dalle popolazioni neolitiche.
Quattro ipogei sono raggruppati sul pendio della collina, il quinto dista circa venti metri sul fronte di un blocco di roccia. Il portello d’ingresso della tomba I ti accoglierà come un monito, ossia una testa di toro, completa di orecchie e corna scolpite a rilievo. Il toro è il dio maschile, venerato nel Neolitico come simbolo di fertilità e fecondità insieme alla dea Madre, anch’essa rappresentata a sas Arzolas. Ritroverai l’effige taurina anche su un pilastro dentro la cella funeraria. Nelle pareti dei cunicoli, noterai misteriose decorazioni in ocra – simbolo del rinnovarsi della vita attraverso il sangue - che colorano di rosso intenso elementi architettonici come lesene, pilastri, cornici e piccole nicchie. La tomba II ha sviluppo longitudinale, composta dalle due celle precedute da anticella e con vani secondari. Qui le tracce di pittura rossa si fanno più intense, quasi a scaldare l’ambiente. Al centro del pavimento della prima cella, noterai un focolare. L’accesso alla seconda cella è ornato da una cornice. Il vano ad essa connessa, ha pareti rettilinee ornate con pittura rossa, croci scolpite in negativo e la riproduzione nella roccia del tetto di una capanna, abitata ‘da vivi’. Il terzo ipogeo è rettangolare: noterai due ‘letti’ rialzati dal pavimento che si collocano vicino ad altre cellette. Anche nell’ultima tomba, scavata venti metri a sud-est, vedrai tracce di ocra ed effigi taurine.
Terminata la visita sotterranea, potrai proseguire il tour archeologico e artistico. Coeve de sas Arzolas de Goi sono le domus de Janas neolitiche di s’Angrone. Successivo è il protonuraghe de su Casteddu, con attorno capanne e una struttura megalitica che richiama dolmen e tombe di Giganti. Nel centro storico di Nughedu, adagiato ai piedi del monte Santa Vittoria e del bosco secolare d’Assai, tra case ‘spagnoleggianti’, spicca la cinquecentesca parrocchiale di san Giacomo. In campagna si erge il novenario di san Basilio magno, composto da chiesa in stile tardo gotico-catalano e porticato circondato da quindici muristenes.