Sorge sulle pendici del colle vulcanico di Santu Antine, che domina e protegge l’abitato. Genoni è un piccolo centro di poco più di 800 abitanti del Sarcidano, che conserva un inestimabile patrimonio naturale e archeologico e radicate tradizioni. Il suo centro storico è diviso in otto rioni storici, tra cui spiccano i ruderi dell’ex convento risalente al 1638. La sua importanza è documentata da una mappa del 1550 dell’Insula Sardinia: il nome del paese compare insieme a pochissimi altri.
Santu Antine è un lembo ‘staccatosi’ per erosione da sa Jara Manna (o Giara di Gesturi). Sulla sommità si ergono i resti di una fortezza punica (IV secolo a.C.), comprendenti sei torri e un edificio che secondo molti sarebbe il famoso tempio dedicato alla dea Giunone, da cui deriverebbe il nome del paese. In cima si trova anche una cappella della chiesa romanica di sant’Elena e san Costantino Magno, celebrati a inizio agosto con sfilata di costumi e cento cavalieri. Prima di divenire luogo di culto cristiano fu un pozzo sacro nuragico, il più profondo in Sardegna (39 metri). È uno dei tanti siti preistorici del territorio, il più interessante è in località Duidduru, un Geopaleosito visitabile, unico in Sardegna e con pochi confronti in Italia. Parte dei suoi reperti fossili è esposta nel Paleo archeo centro, ai piedi della collina. Ai ritrovamenti paleontologici si affiancano quelli neolitici e di età romana rinvenuti nel pozzo sacro. Nell’età del Bronzo il territorio risulta densamente abitato, lo testimoniano 25 nuraghi, alcuni integri e visitabili, come Birìu e santu Pedru, vari villaggi e il pozzo sacro di sa Corona arrubia.
Dall’alto dei 600 metri del colle Santu Antine il tuo sguardo spazierà fino alla Giara, che per oltre un terzo ricade nel territorio di Genoni (1700 ettari su 4200). È caratterizzata da una flora adattatasi all’altitudine con sottospecie endemiche di sugherete, lecci, roverelle, corbezzolo e mirto, da laghetti di raccolta dell’acqua (paulis) e dal cavallino della Giara, introdotto nell’Isola dai fenici e rinselvatichitosi nell’altipiano: se ne contano oltre 600 esemplari. Genoni ospita un centro di custodia e, soprattutto, il museo del Cavallino della Giara, ricavato in una casa campidanese. Qui ti documenterai anche sulla cultura agro-pastorale del paese, nella quale rientrano altre feste religiose, come i fuochi di sant’Antonio abate a gennaio, la festa campestre di sant’Isidoro e quella della Madonna del sacro Cuore, entrambe a maggio.