Un’atmosfera arcana e mistica, quasi surreale, circonda sa Carcaredda, un complesso archeologico nascosto in mezzo a un bosco di lecci, al confine tra Ogliastra e Barbagia, nel territorio di Villagrande Strisaili, non lontano dalle sponde del lago del’alto Flumendosa. Il sito, frequentato sin da tempo immemore, conserva i ruderi dei monumenti e le tracce della vita quotidiana dei popoli nuragici che qui vissero nelle età del Bronzo e del Ferro. Le loro testimonianze sono un tempio in antis, un ampio villaggio e quattro tombe di Giganti, e hanno una particolarità, risultando apparentemente prive di nuraghe o nuraghi di riferimento. Le dimensioni dell’edificio di culto e delle sepolture, assieme al gran numero di reperti votivi rinvenuti nell’area – probabilmente adibita a deposito – testimoniano l’importanza dell’insediamento, sia dal punto di vista religioso che commerciale, e in generale la complessità del mondo nuragico ogliastrino.
Il tempio, realizzato in blocchi irregolari di granito e porfido, si articola in un ambiente circolare preceduto da un vestibolo quadrangolare. All’interno noterai alcuni elementi originali: un bancone-sedile come seduta di fedeli e celebranti e lastre di granito come pavimentazione. Il ‘cuore’ dell’edificio è la camera circolare, coperto in origine a tholos (falsa volta). Qui, un focolare rituale era delimitato da un muretto in blocchi di calcare, decorato esternamente con conci a imitazione dei bastioni di torri nuragiche. La struttura, oggi esposta al museo archeologico di Nuoro, fungeva da altare e accoglieva i numerosi manufatti votivi, soprattutto in bronzo, ritrovati durante le campagne di scavo. Attorno al tempio osserverai le tracce circolari e rettangolari di altri ambienti, forse relative alle capanne del villaggio, tuttora indagate.
Per visitare le due tombe di Giganti meglio conservate, ti addentrerai tra i lecci. La poderosa stele della prima giace frammentata a terra vicino alla sepoltura, la cui camera funeraria, integra, è lunga dodici metri, fatta di blocchi di granito sormontati da lastroni piatti disposti a piattabanda. A circa 300 metri ecco la seconda tomba, con esedra a ortostati infissi sul suolo.
Proseguendo il tour nuragico, in direzione nord-ovest troverai un’altra affascinante testimonianza della sacralità arcaica: il villaggio-santuario di s’Arcu e is Forros, con nuraghe trilobato e tre templi dedicati al culto delle acque. Accanto a uno di essi, del tipo a megaron, ammirerai due strutture circolari, interpretate come forni. L’itinerario delle aree di culto nuragiche si conclude a nord del lago Flumendosa con la tomba di Giganti di Troculu, dal corpo tombale intatto.