La sua singolare, quasi unica, particolarità è che le tre torri nuragiche e i resti delle capanne attorno si trovano esattamente nel centro storico dell’attuale paese. È la prova inconfutabile che Uri, centro del Coros, subregione del Logudoro, a metà strada tra Alghero e Sassari, celebre per eccellenze agroalimentari come olio d’oliva e carciofi, ha una storia di quasi quattromila anni. Una vicenda iniziata con l’insediamento di santa Cadrina (Caterina in logudorese), attorno al quale si è sviluppato il tessuto urbano, senza soluzione di continuità, sino ai giorni nostri. È uno straordinario esempio di ‘longevità’ abitativa, documentata oltre che dai ruderi prenuragici e nuragici, anche da resti di murature romane e medievali, due pozzi, una macina, reperti litici e ceramici che abbracciano varie epoche, in particolare romana imperiale e bizantina.
Il nuraghe di santa Cadrina, inglobato nel ‘cuore’ di Uri su un piccolo rilievo che domina la valle del rio Carrabusu, è oggi circondato da un parco ‘terrazzato’ coperto di alberi da frutta, erbe aromatiche e macchia mediterranea. È una struttura di tipo complesso, composta dal mastio (torre centrale) del diametro di quasi dodici metri e due torri secondarie con diametro di quattro metri e mezzo, raccordate da una cinta muraria che circoscrive un cortiletto. Il nuraghe è stato costruito con grandi blocchi di calcare e trachite sistemati in filari regolari durante il Bronzo medio (XVI-XIV secolo a.C.). Il bastione mostra blocchi di dimensioni inferiori: vi si accede mediante un ingresso seguito da un breve andito che introduce nel cortile, dove si apre un pozzo usato ancora oggi. Nel mastio potrai intravedere la presenza di un grande forno, usato forse per riscaldamento e come fucina, per forgiare i metalli e lavorare la terracotta. La camera di una torre minore a pianta ellissoide mostra quattro piccole nicchie ed è collegata da un corridoio di due metri al cortile. Attorno al nuraghe si estendeva il villaggio, anch’esso con pozzo, del quale sono stati riportati alla luce a fine XX secolo i basamenti di alcune capanne.
Nel territorio di Uri, oltre a Santa Cadrina, sorgono oltre quaranta insediamenti nuragici. Dieci, tra cui il Peppe Gallu, giacciono nel fondo e nelle rive del lago Cuga, attrazione paesaggistica del paese, habitat di rari uccelli e paradiso di pesca sportiva. Vicino al paese, svetta la stele di Pedra Longa, fronte di una tomba di Giganti. A dieci chilometri dall’abitato si ergono le rovine di Nostra Signora di Paulis, sorta lungo il tracciato di una strada romana, detta s’istrada de sos padres perché collegava l’abbazia di Paulis a quella di santa Maria di Corte (Sindia).