Un tempo patria del grano, oggi borgo dei tappeti, entrato a far parte dal 2012 dei Borghi autentici d’Italia. Bolotana è un paese di circa 2600 abitanti, che sorge su una collina e comprende un vasto territorio, che va dai monti del Marghine alla media valle del Tirso, includendo i rilievi e le foreste di Badde Salighes e Ortachis e la località di Santa Maria ‘e Sauccu. Un ambiente dai multiformi paesaggi, ricco di sorgenti che alimentano i fiumi Coghinas, Temo e Tirso. Grazie alla fertilità della terra, in passato il borgo era considerato il granaio della provincia di Nuoro.
Il nome antico, Golòthana o Golòssene, con cui ancora oggi è indicato nei paesi vicini, compare per la prima volta nel 1341 nelle Rationes decimarum. Il centro storico ha un’architettura medioevale, con stradine strette e irregolari che formano un intricato ‘groviglio’.
L’arte della tessitura rende Bolotana uno dei principali centri produttori di tappeti sardi, realizzati con telai orizzontali e caratterizzati da colori giallo, nero, rosso e disegni geometrici. La tradizione agricola è testimoniata da eccellenze come olio, mirto, pani e dolci fatti in casa. La forte devozione è altra peculiarità locale: troverai i santuari di san Pietro e san Giovanni, entrambi celebrati a fine giugno, san Basilio, festeggiato a fine agosto, e, soprattutto, in campagna, la chiesa di san Bachisio, festeggiato da migliaia di devoti in due occasioni, a inizio maggio e inizio ottobre. Altre celebrazioni imperdibili sono i fuochi di sant’Antonio abate (16 e 17 gennaio) e gli appassionati riti della Settimana Santa: via crucis, domenica delle Palme, s’Iscravamentu e s’Incontru. Dal 2007 Bolotana è meta di appassionati di musica rock e metal, grazie al festival Rock&Bol.
Il territorio è abitato dalla preistoria. Presenta una strabiliante concentrazione di insediamenti prenuragici e nuragici: dolmen, circoli rituali di Ortachis, domus de Janas di sas Perdas de Zancànu e di Puddèrigos, tombe di Giganti, pozzi sacri e una quarantina fra protonuraghi e nuraghi, alcuni issati a mille metri d’altezza. Spicca il nuraghe Tittiriola, monotorre, datato tra 1600 e 1000 a.C. e costruito con blocchi di basalto, che domina il territorio dall’alto di un pianoro. La torre è alta dieci metri e ha pianta circolare (diametro di 14 metri). La camera centrale è intatta: presenta tre nicchie, ingresso con architrave e andito con scale. Attorno sorgeva un esteso villaggio. Restano tracce anche di epoche successive, puniche (forte di Pabude), ruderi di ville romane e resti bizantini. Moderna e celebre è la bella villa Piercy, in stile liberty, fatta erigere in campagna a fine XIX secolo dall’ingegnere Benjamin Piercy, autore del progetto delle ferrovie sarde. Intorno, un giardino lussureggiante di specie esotiche, che portava dai viaggi nel mondo.