Forest’Anela svetta a circa mille metri su un vasto altopiano e, assieme a monte Pisanu, fa parte del complesso delle foreste demaniali del Goceano, che nel suo insieme copre quasi 3500 ettari, all’interno del territorio di tre Comuni: Anela, Bono e Bultei. La cime del complesso è punta Masiedda, a quota 1158 metri, mentre a punta Masiennera, di pochi metri inferiore, la vista spazia a 360 gradi dai monti di Pattada sino alla costa di Bosa, passando per monti della Gallura, il monte Corrasi e il massiccio del Gennargentu. Dall’altipiano, le acque defluiscono su due opposti versanti, dando luogo ai principali affluenti dei fiumi Coghinas e Tirso. A dominare l’area sono fittissime leccete, in alcune zone miste agli agrifogli. Proprio tra distese di agrifogli, ecco i torrenti che attraversano la foresta, tra cui il rio s’Infundadu. Mentre nei versanti settentrionali fanno la loro comparsa le roverelle, anche di notevoli dimensioni.
Forest’Anela appartiene al demanio di Stato dal 1886, da allora vi sono state opere di rimboschimento con faggi, castagni, cedri dell’Atlante, pini neri, ontani e abeti. Il faggio si rinnova spontaneamente, creando un paesaggio da bosco appenninico. In località Masiennera, i grandi cedri dell'Atlante si ergono al centro di prati che in primavera diventano coloratissime distese di fiori. In estate la foresta è frequentata per risorse naturali e fascino del paesaggio, come nella zona chiamata sa Minda, vicino alla casermetta del corpo forestale. Qui vicino a un laghetto artificiale è stata attrezzata un’area campeggio e picnic. In inverno la foresta si tinge spesso di bianco trasformandosi in uno scenario fiabesco.
Suggestivo anche è il patrimonio storico e archeologico: ai margini della foresta, poco distante dalla caserma, esplorerai i ruderi della fortezza altomedievale di san Giorgio di Aneletto. Restano in piedi i resti della cinta muraria a quattro torri angolari e, all’interno, tracce di abitazioni e sepolture. Forse il borgo fortificato risale alla dominazione bizantina, intorno al VII secolo. Una delle torri fu convertita in chiesa, dedicata a san Giorgio e donata ai camaldolesi nel 1163. Al limite nord della foresta, al confine con il territorio di Nughedu san Nicolò, potrai visitare la necropoli neolitica sos Furrighesos, che conta 18 domus de Janas ricavate su tre livelli sovrapposti e variamente decorate da incisioni: noterai i simboli della religiosità prenuragica, tra pittura in ocra rossa, false porte che rappresentano l’ingresso nell’oltretomba e protomi taurine. Evidenti sono anche i segni di riuso nel corso dei millenni, fino all’alto Medioevo.