Si distende in una piana punteggiata da modesti e isolati rilievi calcarei abitati sin dalla preistoria. Nuraminis è un paese di duemila e 600 abitanti del sud Sardegna, di tradizione cerealicola, ribadita dalle sagre del cereale a metà giugno e della semina a mano a dicembre. Il suo territorio è caratterizzato da rare formazioni geologiche, che raggiungerai attraverso percorsi in mountain bike o a cavallo, mete anche di appassionati di climbing. Spiccano le cupole laviche di monte Leonaxi, i fossili di Genna Siustas e monte Matta Murroni e la cuesta calcarea di Coa Margine, noto come calcari di Villa Greca. Il monumento naturale è una dorsale rocciosa di un chilometro, residuo di una scogliera corallina, che balza agli occhi rispetto al paesaggio attorno. I siti geologici mostrano anche eredità archeologiche. Sulla sommità di Matta Murroni ammirerai strutture murarie megalitiche, vicino alla vetta della cuesta i resti de sa Corona, protonuraghe del III millennio a.C., unicum tra le architetture preistoriche. Ai piedi del Leonaxi c’è un sito pluristratificato (nuraghe ‘a corte’ o complesso fortificato), con strutture murarie realizzate grazie a sovrapposizione di tecniche differenti. Altra area ‘a più strati’ è Santa Maria, abitata dal III millennio a.C. all’alto Medioevo, dove vedrai resti di un villaggio, un sepolcreto, un pozzo sacro e resti di un luogo di culto cristiano. A Genna Siutas c’è Funtana ‘e Siutas, costituita da quattro grandi lastroni, con un foro per prelevare l’acqua, e da una scala d’accesso alla vasca. A 500 metri di distanza ecco il complesso di Serra Cannigas, un nuraghe a corridoio associato a uno a tholos cui si aggiunge una struttura fortificata che sfrutta la roccia su cui poggia per creare un terrazzamento artificiale. Nel versante orientale affiorano tracce di capanne. I reperti mostrano una frequentazione plurimillenaria. Da due sepolture a fossa nello stesso colle sono venuti alla luce vasetti, fusaiole e ornamenti in rame esposti al museo archeologico nazionale di Cagliari. Su un altro rilievo si trova il complesso nuragico detto Nuraxi, con villaggio annesso. Testimonianza neolitica è sa Grutta, grande grotta dove si aprono cavità minori con caratteristiche di domus de Janas.
Di grande valore architettonico è la parrocchiale di san Pietro apostolo, costruita in forme gotico-catalane poi rimaneggiate, che conserva originali il campanile (alto trenta metri) e la volta stellare dell’abside. Di pregio storico sono nicchie e frammenti marmorei bizantini. Presbiterio e cappelle laterali conservano altari lignei e marmorei, statue e dipinti, tra cui un retablo dei misteri del Rosario (XVII secolo). Altrettanto suggestiva, a Villagreca, è la chiesa di san Vito martire del IX secolo, rara architettura bizantina nell’Isola, ristrutturata nel XVIII in stile catalano. Custodisce un cinquecentesco ‘Crocifisso doloroso’, proveniente dalle Fiandre, e due altari, ligneo e marmoreo, settecenteschi,. In campagna c’è la chiesetta romanica di san Lussorio martire, forse costruita nel XII secolo dai monaci vittorini.