Un paradiso simile a un’oasi desertica, meta immancabile della tua vacanza nell’Isola: una ‘striscia’ di tre chilometri di finissima e soffice sabbia dorata, detta ‘parlante’ per via dell’eco che emana camminandoci sopra, interrotta soltanto da una piccola scogliera. A ridosso, si distendono dune punteggiate di ginepri, lentischi, ginestre e gigli di mare. Ai fianchi e alle spalle è contornata da alte rocce rossastre coperte da una profumata coltre di macchia mediterranea, che scende dalle montagne al mare. Scivu è uno dei tratti più incantevoli della Costa Verde, nel territorio di Arbus, centro del Medio Campidano. Isolato, lontano da centri abitati, immerso nella natura incontaminata, non facile da raggiungere, perciò ancor più affascinante. Seppur molto frequentata in estate, mai troverai la spiaggia affollata: a tratti sentirai un assordante silenzio interrotto soltanto da versi di gabbiani e cupa risacca. L’effetto acustico si accentua in un antro lungo l’arenile, dove le onde si riverberano tra le rocce. Le acque sono di un’impressionante trasparenza, il colore, abbagliante illuminato dai riflessi del sole, oscilla tra verde smeraldo e azzurro intenso.
Il fondale è sabbioso vicino alla riva, variegato più a largo, con canaloni, banchi di sabbia e rocce sparse. E regala soddisfazioni ad appassionati di snorkeling e diving. Popolato da mormore, orate, spigole, ombrine e ricciole è uno degli hot spot più rinomati per gli amanti del surf-casting: il momento migliore per pescare è appena cessa il maestrale. Mentre quando il vento soffia costante, lo rende luogo ideale per surf da onda, wind e kite surf, meta di surfisti anche d’inverno. Da rispettare e affrontare con cautela, però, perché il mare della Costa Verde è spettacolare e selvaggio ma raramente calmo.
L’atmosfera a Scivu è suggestiva tutto l’anno, in ogni momento della giornata, ma il tramonto è quello più seducente, quando, per effetto del sole calante, sabbia e pareti rocciose circostanti si tingono di rosso. La spiaggia è dotata di ampio parcheggio, attrezzato per i camper, punto ristoro, noleggio attrezzatura balneare, pedalò, canoe e gommoni. Dall’area di sosta raggiungerai la spiaggia camminando su una passerella panoramica attraverso dune e vegetazione. Il litorale è parte di un’oasi WWF, che rientra a sua volta all’interno del parco geominerario della Sardegna e dei siti di interesse comunitario (600 ettari in tutto) di Capo Pecora e del sistema dunale Scivu-Piscinas, dove potresti osservare il cervo sardo che si aggira. L’oasi comprende una sughereta di 150 ettari sorvolata da falco pellegrino, gheppio e poiana.
Scivu è delimitata a nord dalle dune di Piscinas, abbagliante deserto giallo-ocra mosso dal vento, di cui è naturale prosecuzione meridionale. Lo scenario è simile, seppure a Piscinas le dune si spingono sino all’entroterra. Le due spiagge condividono il primato di tratti più belli della Costa Verde. A sud il limite è Capo Pecora, le cui isolate scogliere sono paradiso dei pescatori sub. Da qui potrai raggiungere Scivu attraverso un suggestivo trekking, lungo (dodici chilometri) ma non impegnativo, che si snoda a picco sul mare in sentieri e mulattiere, attraversando la riserva naturale del promontorio disabitato. È un luogo unico per via della composizione granitica delle sue scogliere in una costa dominata dalla pietra calcarea. Il rosa del granito, modellato dal tempo in sculture naturali, si contrappone a turchese del mare e verde dei cespugli. Dal punto più alto del percorso, il tuo sguardo spazierà sullo spettacolo della costa sud-occidentale. Poi scenderai in pendii scoscesi sino alla sabbia parlante di Scivu. Le dune sono caratteristiche di tutta la Costa Verde : vedrai altri ambienti ‘sahariani’ a Torre dei Corsari, a nord di Piscinas, dove rimarrai abbagliato dalla mescolanza di tonalità; nelle Sabbie d’Oro di Pistis, la spiaggia più settentrionale, due chilometri di sabbia morbida contornati da ginepri e olivastri; a Marina di Arbus, la cui melodia di colori induce a parlare di ‘Caraibi in Sardegna’. Altre splendide spiagge arburesi sono Portu Maga e Funtanazza, un tempo luogo di vacanza dei figli dei minatori.