Nel suo mirabile paesaggio si alternano pianura e colline ricoperte da rigogliosi boschi di lecci, sughere, carrubi e folta macchia mediterranea, che ospitano, martore e mufloni, aquile reali e falchi. Triei è un paese di quasi mille e 200 abitanti dell’Ogliastra nord-orientale, il cui nome deriva da tereiu: in primavera le sue campagne si vestono del giallo intenso dei fiori di ginestra (in campidanese terìa). L’agricoltura è il settore trainante, specie la viticoltura da cui deriva un ottimo cannonau. Rinomata è anche l’apicoltura: si ottengono pregiate qualità di miele, tra cui quello amaro di corbezzolo. La cucina è caratterizzata da prodotti genuini e antiche ricette: culurgiones, macarrones de busa, pistoccu incasau, is tacculas col mirto, arrosti di agnello, capra e maialetto. Fra i manufatti artigianali spiccano tappeti e copriletti tessuti col telaio a mano, cestini di vimini e arresojas in osso.
Il paese compare per la prima volta in un documento del 1316. In un testo del 1227, è citato un altro villaggio, poi scomparso, nell’altopiano di Osono, a pochi passi dal paese, da cui la visuale si estende sino alla costa. Accanto, ha resistito al tempo, invece, l’imponente tomba di Giganti di Osono, struttura sepolcrale di oltre venti metri, riportata alla luce intatta nel 1989. L’esedra è formata da dodici grosse pietre infisse nel terreno, con ingresso architravato. Durante gli scavi sono stati rinvenuti reperti che vanno da età nuragica sino a epoca imperiale. Tutto il territorio è disseminato di ruderi di nuraghi: Figu, Fratta, Nonnùccoli, Pizzu ‘e Serra e, soprattutto, a due chilometri dall’abitato il nuraghe pentalobato Bau Nuraxi, realizzato con grossi massi di granito: presenta torre centrale e due laterali, un vasto antemurale che comprende altre quattro torri e circonda il complesso.
Il paese è un ‘museo a cielo aperto’: grazie ad ‘Arte a Triei’, che si svolge a maggio, facciate delle case, vie e piazze dei rioni più antichi sono state impreziosite da murales e opere di artisti sardi, italiani ed internazionali. Al centro si erge la parrocchiale dei santi Cosma e Damiano (XVI-XVII secolo), che custodisce uno straordinario patrimonio pittorico: affreschi policromi raffiguranti scene di vite dei santi e Antico Testamento, risalenti al XVIII secolo e attribuiti alla bottega Are di Nuoro. I patroni sono festeggiati a fine settembre. Mentre la festa di sant’Antonio da Padova si svolge il 10 agosto nella chiesa campestre del XVII secolo inserita nello scenario incantevole del parco di Mullò, a quattro chilometri dal paese, tra lentischi millenari. A metà gennaio si accendono i fuochi di Sant’Antonio abate, intorno ai quali si degustano dolci tipici, come sa paniscedda. A maggio si celebrano la processione per san Sebastiano, caratterizzata da carri a buoi addobbati, e s’Orroseri, festa della Madonna del Rosario: sa simbula, pane locale, viene benedetto e distribuito. Per santa Lucia (13 dicembre) c’è la festa de is bagadius (gli scapoli). Ad Ardali, frazione in passato popolosa, oggi di meno di cento residenti, sorge la chiesa di san Pietro del XX secolo, che ha ‘sostituito’ una delle chiese più antiche della zona, di cui vedrai il campanile.