Si adagia su una pianura incastonata tra gli stagni a ridosso del golfo di Palmas e le propaggini sud-occidentali del massiccio del Sulcis, ammantate e profumate dal verde mediterraneo. L’odierno centro abitato di Masainas, popolato da mille e 300 abitanti, si sviluppò a fine XVIII secolo, dapprima come medau (un singolo casale) poi come boddeu (insieme di casali), attorno alla chiesetta di san Giovanni battista in stile gotico-aragonese (fine XV secolo). Forse il santuario sorse su un precedente impianto dell’XI secolo, quando iniziò l’opera di evangelizzazione dei monaci benedettini. Nella prima metà dell’Ottocento Masainas, ricco centro agricolo (con 1800 abitanti) era il maggiore del basso Sulcis. A conferma della propensione agropastorale, nelle frazioni ci sono ancora is furriadroxius (piccoli ovili).
Anche oggi l’attività principale del paese, Comune autonomo dal 1975, è l’agricoltura. Attorno si alternano foraggi e pascoli, vigneti, specie di carignano, e orti di carciofi. A fine marzo, c’è la sagra del carciofo con degustazione di piatti tipici. A inizio ottobre, in onore della patrona, la Madonna della Salute, si svolge una delle feste più sentite dell’intero Sulcis.
Nelle colline che degradano dai contrafforti montani, a seconda della stagione, assisterai a variazioni di aspetto e colori, cui partecipano le essenze mediterranee: euforbia gialla, rossa e marrone, verde di mirto e olivastro, in primavera le fioriture gialle delle ginestre, d’estate le tonalità grigio-brune del cisto. Nei rilievi più alti compaino lecci, corbezzoli ed erica. Percorrendo i sentieri verso le cime godrai di paesaggi su mare e arcipelago del Sulcis. Qui volano falchi, gheppi, poiane. Nell’area nidifica anche la pernice sarda. Non lontano dal paese, gli stagni di Baiocca e Porto Botte sono habitat ideali per aironi, cavalieri d’Italia, fenicotteri rosa, marangoni dal ciuffo e i rari falco di palude e pollo sultano: a turno, colorano le placide acque. Alte dune dividono le lagune dai due chilometri di costa masainese (uno di spiagge sabbiose, uno di rocce) e ospitano una popolazione di conigli selvatici, prede di volpi, così come le lepri e le più rare martore e donnole. Nella striscia di sabbia fine e bianca, profumata da ginepri e pini d’Aleppo, spicca la spiaggia di is Solinas. Vicino all’arenile sono stati individuati insediamenti neolitici. L’età del Bronzo è testimoniata da dieci nuraghi: il monumento più interessante è il nuraghe is Fais, costituito da quattro torri disposte a croce. Successivamente il territorio passò ai punici, poi ai romani: sono stati rinvenuti i resti di una fabbrica di utensili in terracotta e due sarcofagi risalenti al periodo romano. Da is Manigas provengono monete presumibilmente indicanti la presenza di un sito romano, mentre a Serra lepuris sono state trovate due tombe scavate nella roccia.