Si adagia in un tratto pianeggiante vicino alle pendici del monte Rosso, un’area calcarea e vulcanica che ha restituito una miriade di testimonianze archeologiche. Olmedo è un centro di oltre quattromila abitanti, in espansione edilizia e demografica, nel cuore della Nurra, a dieci chilometri da Alghero e a venti da Sassari. Vi si parla il logudorese con peculiarità fonetiche sassaresi. Il toponimo testimonia che qui esisteva un bosco di olmi. Oggi ne restano alcuni esemplari, prevalgono lecci, sughere e macchia mediterranea. L’attività principale è l’allevamento, da cui derivano eccellenze casearie: pecorino, ricotta mustia e bonassai (caciotta rettangolare). Tra i prodotti agricoli spicca il carciofo spinoso. Scoprirai le tradizioni del paese in occasione di Olmedo produce, a inizio settembre, fiera di arti e mestieri: ricamo, intaglio del legno, intreccio, lavorazione di ferro e miele.
Un alto valore simbolico ha la panificazione, che scandisce ciclo di quotidianità e cerimonie. Ai primi di novembre, nella mostra del pane rivivrai l’arte di ‘fare il pane’ e ammirerai capolavori ricamati e decorati, tra cui i pani piccadu e fioridu. Altre risorse arrivano dal sottosuolo: qui si trova l’unico giacimento sardo di bauxite, materia prima dell’alluminio, estratta nella miniera di Graxioleddu. Case basse e alcune dimore nobiliari si affacciano su vie ordinate nel centro storico, dominato dalla suggestiva chiesa romanico-pisana di Nostra Signora di Talia, costruita in calcare, trachite e tufo rossastro a inizio XI secolo e restaurata a metà del XX. Molto sentita è la festa in suo onore, a inizio maggio. All’interno, a Natale, ammirerai l’originale presepe di pane, modellato in forma di paesaggio e personaggi della sacra rappresentazione. Durante le feste scoprirai il ricamo degli abiti tradizionali e assaporerai i dolci: amarettos, casadinas, pabassinos e tiriccas.
Le prime tracce umane sono le domus de Janas della necropoli di santu Pedru, decorate con figure stilizzate a protome taurina e falsa porta, simboli di virilità e trapasso nell’aldilà. A tre chilometri dall’abitato, sorge uno dei più straordinari insediamenti fortificati prenuragici, il complesso megalitico di monte Baranta, noto su Casteddu, risalente all’età del Rame (2500-2000 a.C.). All’interno troverai il recinto-torre, mastodontica fortezza ‘a ferro di cavallo’; l’imponente muraglia, lunga cento metri, larga 5 metri e alta in media due e mezzo, a difesa dell’area abitativa, in cui riconoscerai tracce di capanne rettangolari; e l’area sacra, con un circolo megalitico delimitato da ottanta lastroni, fra cui menhir. Il territorio olmedese conta oltre venti nuraghi, tra cui monte Ortolu (‘a corridoio’), Masala (a tholos) e sa Femina, dentro l’abitato. Molto interessante è il nuraghe Talia, dentro il quale è cresciuto un fico, che ha contribuito a preservare sette filari di pietre. Sorge in un’area dalle abbondanti risorse idriche: a pochi metri c’è un piccolo impianto termale, parte di una villa di età romana imperiale, costituita da quattro ambienti, dove ammirerai rivestimenti marmorei e tracce di mosaici. L’eredità principale dell’età del Bronzo è il nuraghe Mannu, con camera coperta a tholos, alta (oggi) sei metri. Dal tempio a pozzo in località Camposanto provengono uno straordinario modellino bronzeo di nuraghe a cinque torri, navicelle nuragiche, manufatti etruschi, fenici e romani, esposti al museo G.A. Sanna di Sassari.