Dalla sua posizione godrai di un meraviglioso panorama sulla valle del Tirso e sulla piana di Ottana, ma incuriosiscono anche le sue notevoli dimensioni e la difficoltà nel ricostruirne la pianta. Il nuraghe Tolinu sorge nel territorio di Noragugume, due chilometri a sud-est dell’abitato. La struttura, risalente al Bronzo medio, si eleva a picco sulla scarpata che segna il bordo orientale dell’altopiano, in un’area densa di testimonianze risalenti all’età nuragica. Ti sorprenderà la sua estensione, 635 metri quadrati, e il diametro del mastio, che misura 12 metri. Lo circonda un bastione, il quale doveva collegarsi ad altre torri, ma allo stato attuale se ne individua soltanto una, con tracce di una camera circolare.
La torre centrale, rifasciata, ha una forma vagamente ellittica. Noterai il finestrone del primo piano e, sul retro, le tracce del corridoio sul quale doveva giungere la scala che congiungeva il livello sottostante, oggi coperto dalle macerie. Vicino al finestrone si trova un piccolo vano ‘a goccia’, dal quale forse partiva un ulteriore corridoio. Affacciandoti sulla camera del primo livello potrai osservare una nicchia e, sul lato opposto, il vano scala attraverso il quale si poteva accedere al terrazzo. Attorno ai resti del nuraghe si intravedono le tracce del villaggio annesso.
La fortezza era in contatto visivo con altri nuraghe monotorre che si ergono a poca distanza: il Muresune a nord-ovest, caratterizzato da un massiccio architrave d’ingresso, il Cherchizzos e, poco più a est, nel territorio di Sedilo, il nuraghe Boladigas. Il ‘simbolo’ di Noragugume, però, non è un nuraghe, ma una pedra fitta, ovvero un menhir, uno dei più noti dell’Isola, si chiama sa Perda ‘e Taleri. Conosciuto anche come menhir di Giorgia Rajosa, è un monolito in basalto, completamente isolato tra le campagne. È alto circa quattro metri e mezzo, ben conservato, con evidenza di una accurata lavorazione con la tecnica della martellina. Ai suoi piedi si trovano frammenti di macine e pestelli, oltre a numerose schegge di ossidiana. A pochissima distanza troverai anche una domu de Janas, chiamata su Forru ‘e su Taleri. È un piccolo ipogeo scavato sul bancone roccioso, con due celle, che non presentano rifiniture. Il pavimento sembra rimasto ‘grezzo’, per cui si pensa che la tomba non sia mai stata completata.
Al termine del tour archeologico, vale la pena fare una passeggiata in paese. Merita una visita la chiesetta di Santa Croce, consacrata a fine XVI secolo, e la quasi coeva chiesa della Beata Vergine d’Itria. Un ottimo momento per visitare Noragugume è durante le feste, quando potrai assistere a eventi identitari e gustare prodotti della tradizione agropastorale.