È il paese della longevità, con la più alta concentrazione al mondo di ultracentenari in proporzione alle nascite: dal secondo dopoguerra ne ha registrato più di trenta. Villagrande Strisaili, popolato da tremila e 200 abitanti, si arrampica a 750 metri d’altitudine sulle pendici meridionali del Gennargentu, nell’Ogliastra più profonda, ma a pochi minuti dalla costa orientale. Il monte Suana la protegge a ovest, a nord incombono i monti Isadalu e Orguda e a sud il monte Idòlo. Tutti superano i 1300 metri e si alternano ad altopiani e valli. A oriente il paese si affaccia sulla piana ogliastrina con vista sul golfo di Arbatax. Il territorio di Villagrande è il terzo per estensione fra i Comuni sardi: è fatto di vertiginose pareti rocciose, è ricoperto da querce, rovere e lecci secolari, dove vivono mufloni e aquila reale, ed è ricco di torrenti e sorgenti. Include anche il monte Novu e il parco di santa Barbara, un bosco che custodisce tante testimonianze preistoriche: sette tombe di Giganti e una megalitica, 17 nuraghi e dieci villaggi nuragici. A inizio luglio si celebra la santa con una sagra nel parco. Da qui un sentiero ti porterà alla spettacolare cascata di Sothai, formata dal Flumendosa che si riversa nel canyon Bau Vigo. A sette chilometri da Villagrande, al centro di un altopiano, distesa sulle sponde del lago del Flumendosa, sorge la frazione di Villanova Strisaili, che conserva i tesori naturali più selvaggi: la gola di Pirincanes e le cascate di Rio ‘e Forru. Potrai raggiungere le due meraviglie con un itinerario e ammirarli da un balcone naturale. Foreste attorno completano lo scenario con sottobosco di macchia mediterranea. Qui affiorano altre testimonianze prenuragiche: cinque domus de Janas e il menhir sa Pred’e s’Orcu. Il sito nuragico più importante è s’Arcu ‘e is Forros, vicino al lago: accanto a nuraghe trilobato e capanne sorge un tempio a megaron, in blocchi di granito e scisto. Tesori archeologici sono anche il complesso di Troculu, con due nuraghi, villaggio e tomba di Giganti e l’area archeologica sa Carcaredda con quattro tombe di Giganti vicine a un raro tempio in antis e a un villaggio.
Le tradizioni sono inalterate da secoli: Fuochi di sant’Antonio abate e festa di san Sebastiano inaugurano l’anno. La festa patronale è il primo agosto in onore di san Gabriele, cui è intitolata la parrocchiale. Anche la cucina ha sapori antichi: il prodotto d’eccellenza è il prosciutto. Tra le specialità spiccano: is gathulis, ciambelle fritte, is culurgiones, ravioli con ripieno di patate, pecorino e basilico, carni arrosto e sa paniscedda, dolce con miele, uva e mandorle.