La Sardegna è anche un’isola di pescatori. Soprattutto Stintino, borgo marinaro incastonato in uno degli scorci più suggestivi dell’estremità nord-occidentale dell’Isola e caratterizzato, oltre che da una delle spiagge più belle d’Europa, La Pelosa, dai classici ‘gozzi’ in legno a vela latina. Per decenni, fin oltre l’avvento della ‘svolta turistica’, a partire dal 1885, anno di fondazione del paese da parte di 45 famiglie di origine ligure provenienti dal borgo di Cala d’Oliva all’Asinara, la vita dei suoi abitanti è stata scandita dall’attività di pesca, in particolari dei tonni.
Nelle vicinanze del paese esiste da circa un secolo una delle rare tonnare storiche sarde, mentre in paese a perpetrarne la memoria c’è il museo della Tonnara, non a caso intitolato ‘Il ricordo della memoria’. Realizzato nel 1995, all’esterno è identico a una delle caratteristiche case basse del borgo. Entrandovi, però, farai come un’immersione nel blu profondo del mare che bagna la costa stintinese. L’allestimento ruota intorno a una tonnara ricostruita in scala (uno a 200) del tutto simile a quelle antiche. Nelle sei sale rivivrai il frenetico e vano tentativo di fuga dei pesci che cercano una via d’uscita tra le maglie nel lungo labirinto delle reti. All’interno del museo ripercorrerai tutte le fasi e i momenti più intensi della loro cattura e apprenderai nozioni storiche, antropologiche e sulla biologia del tonno.
Il racconto comincia nella ‘camera grande’, dove sono esposti oggetti comunemente usati dalla ciurma nella tonnara. Gli arnesi sono confrontati con quelli di altre regioni italiane e straniere. All’interno è stata ricostruita la storica ‘isola della Tonnara Saline’, riprodotta fedelmente con un modellino in scala. Ammirerai anche modellini di ‘barcarecci’ che componevano la flotta. La seconda camera è il ‘bordonarello’: qui farai un percorso scientifico-divulgativo sulla biologia del tonno. Una mappa riporta le rotte dei tonni nel Mediterraneo mentre una sezione apposita permette di conoscere i segreti usati per conservare il tonno. Arrivati alla terza camera, il ‘bordonaro’, farai un tuffo nel passato ripercorrendo la storia delle tonnare del golfo dell'Asinara, in particolare quella delle Saline di Stintino. Conoscerai minuziosamente, attraverso diari di pescatori e documenti storici, l’organizzazione della tonnara: compiti della ciurma, in mare e a terra, e il ruolo del rais, il capo. Inoltrandoti nella ‘rete museale’ giungerai alla camera ‘bastardo’, dove sono esposte copie di antichi documenti e immagini. La penultima sala è la ‘camera di ponente’, allestita con fotografie d’epoca e opere di artisti contemporanei. L’excursus termina nella ‘camera della morte’. Una accurata scenografia, composta da immagini, luci e suoni ti proietterà nell’atmosfera della mattanza. Su uno schermo, filmati, d’epoca e moderni ti faranno immergere nell’‘atto finale’ della pesca. Per apprezzarne tutti i risvolti, la visita al museo è particolarmente indicata a luglio, da abbinare alle prelibatezza della sagra del tonno.