Sorge a piedi dell’altura di Pranu Siara, al centro della Trexenta, ‘granaio’ dell’antica Roma. Suelli è un paese di poco più di mille abitanti a 50 chilometri da Cagliari, tra XI e inizio XV secolo sede della diocesi di Barbaria (Trexenta, Barbagia inferiore, Quirra e Sarrabus), centro di venerazione del suo primo vescovo: san Giorgio, personaggio carismatico, vissuto sino al 1117, noto per beatitudine e miracoli, dichiarato santo per volontà popolare e oggi anno celebrato solennemente per cinque giorni dopo la Pentecoste. A lui è dedicato uno degli itinerari spirituali più suggestivi dell’Isola, il cammino di san Giorgio vescovo di Suelli. Influenza e tradizione ecclesiastiche sono evidenti in architetture e arredi sacri del paese, come l’ex cattedrale di san Pietro apostolo, posta nella parte alta dell’abitato.
La chiesa, menzionata la prima volta nel 1121 e cattedrale sino al 1418, conserva in facciata tracce romaniche. Fu riedificata nel XIII secolo e restaurata nel XVI in stile gotico catalano, mentre l’attuale prospetto è del 1869. Sull’altare maggiore è posto un grande retablo con varie tavole dipinte, opera del 1533-35. Splendido anche il pulpito ligneo del 1634. Altre opere di pregio sono un settecentesco organo a canne, una paratora in legno (metà XVIII secolo) e le vesti che adornano la statua della Dormitio Virginis. A San Pietro si affiancano la torre campanaria ‘gotica’ e il santuario di san Giorgio, il cui restauro portò alla luce tre strati pavimentali (il più profondo altomedioevale). Nel secondo è stata rinvenuta una lastra che copriva un pozzetto sepolcrale con dentro frammenti di ossa: forse è il sepolcro del vescovo. Il santuario conserva opere di pregio: un retablo del XVII secolo, che illustra la vita di san Giorgio e un artistico reliquiario che custodirebbe parte del piviale del santo. Di fronte al santuario ecco la chiesa del Carmine, che custodisce un grande altare ligneo policromo, forse del XVII secolo, e un pulpito intagliato e dipinto. Tra le feste spiccano i fuochi di sant’Antonio abate e san Sebastiano (a metà gennaio).
L’abitato ha origine ‘giudicale’, la sua forma è radiale e irregolare, con case ‘a corte’ in arenaria accessibili da imponenti portali. Attorno colline coltivate a grano, vigneti e uliveti. La tradizione agricola è testimoniata dalla sagra del chicco d’oro ad agosto. Ammirerai il paesaggio dai finestrini del Trenino Verde che collega Cagliari a Mandas passando per Suelli. Vedrai siti prenuragici, tra cui le necropoli di Pranu Siara e di Santu Perdu e una quindicina di nuraghi, tra cui spicca il maestoso nuraghe Piscu, monumento-simbolo della civiltà nuragica in Trexenta, ‘vissuto’ tra XV e XI secolo a.C. Il nome deriva forse da de su piscu (del vescovo). È formato da una torre principale a tholos con due camere sovrapposte, attorniato da un bastione con quattro torri collegate da cortine murarie. Un antemurale difende le capanne circolari e quadrangolari adiacenti. Le strutture sono in blocchi calcarei ben lavorati e disposti su filari regolari.