È il canyon più spettacolare d’Europa, nonché uno dei più profondi. Gorropu è una gola di origine erosiva, lunga un chilometro e mezzo, che segna il confine tra il territorio barbaricino di Orgosolo e quello ogliastrino di Urzulei. È stata modellata nel tempo dalla forza del rio Flumineddu che scorre sul fondo, alimentato da acque che attraversano il Supramonte, in parte infiltrandosi in gallerie sotterranee, in parte riemergendo da sorgenti a valle della gola. Il torrente ha eroso la roccia calcarea fino a formare il canyon. Le sue pareti racchiudono fossili che svelano la genesi sottomarina, avvenuta tra 190 e 60 milioni di anni fa.
Ti troverai nel territorio più selvaggio dell’Isola: per affrontare i trekking che portano al canyon, sono necessari accompagnamento di guide esperte e attrezzatura adeguata. La via d’accesso più immediata è a est, parcheggiando l’auto nel passo di Genna Sìlana, lungo l’orientale sarda (statale 125), tra Dorgali e Baunei, per poi percorrere un sentiero segnalato di un’ora all’andata e del doppio al ritorno. Attraverso un bosco di lecci, felci, corbezzoli e altri profumi mediterranei, arriverai all'ingresso di Gorropu.
Da sud, raggiungerai la gola attraverso un percorso escursionistico per esperti che parte da Sedda ar Baccas: dodici chilometri percorribili in cinque ore tra andata e ritorno. Procederai lungo s’Ischina ‘e sa raicca, arrivando prima a Pischina Urthaddala, laghetto formato dal Flumineddu, e dopo alla cascata de sa Giuntura che segna l’ingresso a monte della gola. Da nord, partendo da Dorgali, attraverserai (in auto) la vallata di Oddoene fino al ponte di s’Abba Arva, da cui proseguirai a piedi per due ore costeggiando il fiume e il versante sud-orientale del monte Oddeu, in mezzo a massi calcarei bianchi e levigati. Il panorama è impreziosito da lecceta di sas Baddes e profilo del monte Novu san Giovanni. Potrai fare l’escursione guidata anche di notte per vivere dal tramonto all’alba l’anima profonda del Supramonte. Percorrendo i tre sentieri camminerai tra ginepri e tassi millenari, incontrerai grotte, come su Cunnu de s’Ebba, pinnettos (antichi ovili) e insediamenti nuragici. Il nuraghe Presetu Tortu, è dominato a sua volta dal nuraghe Mereu, ‘colosso’ di calcare bianco svettante sul verde della foresta. A valle l’ingresso è ‘sorvegliato’ dal nuraghe Gorropu. L’inaccessibilità ha generato leggende su mostri che ne abitavano le grotte. Si dice pure che in un suo preciso punto si vedano le stelle in pieno giorno e che sboccino, di notte, i magici fiori della felce maschio.
Gorropu è un capolavoro della natura, scrigno di biodiversità, con endemismi come l’aquilegia nuragica, specie erbacea unica al mondo, e l’euprotto, che vive nei laghetti del rio Flumineddu, l’anfibio più raro d’Europa insieme al geotritone che abita la vicina grotta su Palu. Tra la fauna spiccano muflone e aquila reale, che nidifica nella gola. Attorno l’antico complesso montuoso del Supramonte, che fa da contorno al più alto e ‘giovane’ massiccio del Gennargentu. È un continente a parte: enormi bastioni scoscesi e cime oltre i mille metri si alternano a canaloni che giungono sino al mare. Poi foreste, sorgenti, grotte e doline, la più vasta è a Orgosolo: su Suercone, ‘un imbuto’ largo 500 metri e profondo 200, meta di impegnativi trekking. A Oliena c’è la sorgente carsica su Gologone, scolpita nelle viscere del sottosuolo dalla potenza dell’acqua, che riaffiora limpida in mezzo a un’oasi lussureggiante. È collegata a sa Oche e su Bentu: trenta chilometri di gallerie sotterranee, laghetti e sale con stalattiti e stalagmiti. ‘La voce del vento’ è incastonata nella selvaggia valle di Lanaittu, ‘traforata’ da altre cavità come Ispinigoli e grotta Corbeddu. Da queste parti una sensazione di immensità infonde il villaggio di Tiscali, dove il tempo pare essersi fermato. Per raggiungerlo passerai vicino a un altro ‘paese’ nuragico, sa Sedda ‘e sos Carros e al villaggio-santuario di Serra Orrios.