Il territorio di Laconi, principale centro del Sarcidano, ha restituito una delle più alte concentrazioni di menhir dell’Isola, disseminati in aree distanti talvolta svariati chilometri. Una delle aree più prolifiche e significative si estende sul pendio di Conca Zerfaliu, rilievo poco distante dal centro abitato, in località Corte Noa. Qui si dispongono sette monoliti, noti in sardo perdas fittas (pietre conficcate), tutti posti in asse tranne uno scivolato a valle. Le loro altezze variano da un metro e venti centimetri sino a due metri e venti. Il loro aspetto è ‘protoantropomorfo’, ovvero dalle fattezze umane appena abbozzate. Le figurazioni sono scolpite a bassorilievo nella trachite con la tecnica della ‘martellina’, la loro origine incerta, così come il significato. Per questi menhir si è ipotizzata una datazione tra IV e III millennio a.C., oppure una prosecuzione dello stesso orizzonte religioso nella seconda metà del III millennio a.C. Probabilmente i monoliti rappresentavano figure sociali rilevanti nell’ambito delle genti prenuragiche, forse antenati, capi, guerrieri, eroi oppure divinità. In zone poco distanti sono singoli o in coppia, oppure disposti in circolo o ancora in linea, come a Corte Noa, a comporre forse anche un confine, un limite tra territori abitati da stirpi diverse e ciascuna con i propri miti.
A circa 200 metri dai menhir in direzione est, salendo leggermente verso la sommità del colle, incontrerai una seconda area archeologica che caratterizza la località: è un dolmen a galleria, la cui tipologia è nota come allée couverte, che in Sardegna rappresenta il precursore delle tombe di Giganti. Il corpo tombale è lungo circa nove metri, delimitato da due file parallele di lastre ortostatiche infisse a coltello. Noterai i resti di una lastra, sulla quale in origine si apriva un portello d’accesso che separava l’ingresso dal vano funerario. La copertura è andata perduta.
Nel sito sono stati rinvenuti pochi resti scheletrici, ma numerosi oggetti riferibili a corredi funerari: punte di freccia in ossidiana, frammenti di vasi ceramici, anellini e spirali. Potrai osservare alcuni dei reperti nel Museum menhir di Laconi, ospitato su due piani dell’ottocentesco palazzo Aymerich. Attraverso le sue sale farai un excursus sull’evoluzione del megalitismo in Sardegna: sono esposti 40 monoliti, provenienti prevalentemente dal Sarcidano, del tipo protoantropomorfo, antropomorfo con tratti somatici e varie statue-menhir, ricche di dettagli fisici e simbolici. Dopo la visita al museo, proseguirai la visita culturale e naturalistica nel suggestivo borgo medievale, patria di sant’Ignazio e meta di pellegrinaggio, e nel parco Aymerich, bellissimo ‘polmone verde’ con una miriade di alberi diversi, una suggestiva cascata e i ruderi del castello Aymerich.