È un piccolo gioiello di trachite ‘multicolore’, ultima testimonianza medioevale di un monastero benedettino, che custodisce un’antica epigrafe. La chiesa romanica di San Pietro si erge appena fuori dal centro abitato di Bidonì, attualmente circondata dal piccolo cimitero comunale, sorto nel XIX secolo. La sua storia è intrecciata con quella del monastero camaldolese di Santa Maria di Bonarcado, in quanto nell’atto di fondazione del convento è menzionato anche l’affidamento del domo de sanctu Petru de Vidoni. Oggi del complesso monastico di Bidonì rimangono pochissime tracce, mentre la chiesa, databile alla seconda metà del XII secolo e restaurata nel XVII, è ancora lì, esempio di stile architettonico basato sulla semplicità di struttura e decorazioni e sulla cura nel taglio e nella posa dei conci.
La chiesa è a pianta longitudinale, mononavata, con abside a est. La facciata è a capanna, senza particolari fregi - a parte una piccola croce in pietra sulla sommità -, con portale architravato e sormontato da lunetta con arco di scarico a tutto sesto. Un secondo portale sul lato settentrionale è stato murato, mentre nella fiancata opposta se ne apre un terzo, privo di architrave e lunetta. Troverai gli unici elementi decorativi esterni nell’abside: una teoria di archetti su peducci che corrono appena sotto la copertura e un sopracciglio inciso sopra la monofora strombata. L’interno è altrettanto semplice, noterai la copertura in legno a capriate, alla quale corrisponde all’esterno un tetto in tegole curve. Alla sinistra dell’altare osserverai un cippo funerario a capanna risalente al II secolo d.C., con un’iscrizione latina, interpretata come “consacrato agli Dei Mani, Colonei visse 2 anni”.
Bidonì, uno dei borghi autentici d’Italia, si caratterizza anche per la vicinanza – meno di tre chilometri – col lago Omodeo. Attorno potrai percorrere sentieri di trekking e mountain bike, inoltre, potrai solcarne le acque a bordo di un kayak, osservando la ricca avifauna. Le campagne del paese custodiscono altri tesori: il principale è il tempio di Giove, risalente a metà del I secolo a.C. Si trova in cima al monte Onnariu ed è l’unico dell’Isola dedicato alla massima divinità romana: la sua attribuzione è giustificata da un altare recante l’epigrafe Dei Iovis.
Nell’abitato, invece, tappa imperdibile è il museo sa ‘Omo ‘e sa Majarza, ovvero la casa della strega, dedicato alla stregoneria e all’Inquisizione in Sardegna.