Si erge a pochi passi dalla sua ‘antenata’, ridotta a un rudere e protagonista di una curiosa leggenda, lungo la strada per uno dei principali monasteri della Sardegna, e si anima soprattutto a gennaio, in occasione dell’accensione del grande falò in onore del santo titolare. La chiesa campestre di Sant’Antonio abate si trova a due chilometri da Torralba, lungo il percorso che, meno di tre chilometri più avanti, nel territorio di Borutta, permette di raggiungere la maestosa ex cattedrale di San Pietro di Sorres e l’annesso e accogliente monastero benedettino.
L’attuale chiesa fu edificata nel XVII secolo, in sostituzione della preesistente chiesa di Sant’Antonio di Tailos, il cui nome forse fa riferimento a un villaggio medievale scomparso. Secondo la leggenda, il ‘nuovo’ santuario fu costruito perché il simulacro del santo scompariva dal ‘vecchio’, per farsi ritrovare sempre nel punto dove si trova l’attuale, ai piedi del monte Mura, con vista sulla piana di Cabu Abbas.
L’edificio è di grandi dimensioni, realizzato in pietra calcarea non lavorata e cantoni squadrati agli angoli. La facciata presenta un portale affiancato da due pilastrini che reggono l’architrave, sovrastato da un timpano. In asse, noterai una finestra, mentre la copertura è a doppio spiovente sulla cui cuspide si innesta un piccolo campanile a vela. La pianta è a croce latina, con navata singola e due cappelle laterali. Ai lati si innalzano robusti contrafforti. All’interno osserverai la suddivisione dell’aula suddivisa in campate tramite arcate a sesto acuto, tranne l’ultima prima del presbiterio – dove spicca un pregiato altare ligneo -, che è a tutto sesto. Il pavimento è in lastre calcaree rettangolari.
Sul lato sud, vedrai le cumbessias, alloggi destinati a ospitare i pellegrini. Davanti a esse e al sagrato della chiesa si svolge una delle più sentite feste del nord dell’Isola dedicate a Sant’Antonio abate: tra il 16 e il 17 gennaio numerosi fedeli e visitatori partecipano alle celebrazioni, alla benedizione e all’accensione del falò, cui segue la tradizionale offerta della gustosa favata a tutti i partecipanti.
Il territorio di Torralba è ricco di attrazioni naturali e culturali: verso est si innalzano i crateri vulcanici del Meilogu, mentre in tema di santuari campestri merita una visita anche la chiesa romanica di Nostra Signora di Cabu Abbas. Il sito più famoso è sa domu de su Re, ovvero il nuraghe Santu Antine, ‘polo’ dei numerosi insediamenti dell’età del Bronzo sorti nella vallata, nota per questo come Valle dei Nuraghi. Nel centro abitato potrai approfondire la conoscenza delle testimonianze archeologiche disseminate nell’area visitando il museo della Valle dei Nuraghi.