L’archeologo Giovanni Pinza, nella sua opera ‘Monumenti primitivi della Sardegna’, l’aveva definita “il prospetto del più bel sepolcro di giganti che si conosce in Sardegna”. Oggi ne restano poche ma significative tracce, come la splendida stele che testimonia l’abilità e la cura dei dettagli decorativi dei costruttori di età nuragica. La tomba di Giganti di Imbertighe è uno dei simboli di Borore, tanto da campeggiare nel suo stemma. Si trova in aperta campagna, poche centinaia di metri al di fuori dell’abitato in direzione sud-est. La sepoltura catturò l’interesse di vari studiosi, soprattutto grazie alla bellezza del prospetto: ne scrissero Alberto La Marmora e Duncan Mackenzie, la cui documentazione grafica è l’unica fonte che permette di ricostruirne struttura e dimensioni. Il vano funerario era lungo nove metri e largo uno, l’esedra misurava circa dieci metri di corda e poco più di cinque di freccia.