L’archeologo Giovanni Pinza, nella sua opera ‘Monumenti primitivi della Sardegna’, l’aveva definita “il prospetto del più bel sepolcro di giganti che si conosce in Sardegna”. Oggi ne restano poche ma significative tracce, come la splendida stele che testimonia l’abilità e la cura dei dettagli decorativi dei costruttori di età nuragica. La tomba di Giganti di Imbertighe è uno dei simboli di Borore, tanto da campeggiare nel suo stemma. Si trova in aperta campagna, poche centinaia di metri al di fuori dell’abitato in direzione sud-est. La sepoltura catturò l’interesse di vari studiosi, soprattutto grazie alla bellezza del prospetto: ne scrissero Alberto La Marmora e Duncan Mackenzie, la cui documentazione grafica è l’unica fonte che permette di ricostruirne struttura e dimensioni. Il vano funerario era lungo nove metri e largo uno, l’esedra misurava circa dieci metri di corda e poco più di cinque di freccia.
A colpirti saranno, soprattutto, dimensioni e precisione nella lavorazione della stele monolitica. Alta più di tre metri e mezzo, ha una forma quasi ellittica, circondata da una cornice in rilievo e divisa nelle ‘classiche’ tre parti: la base liscia, nella quale si apre il portello quadrangolare con angoli superiori arrotondati; il riquadro mediano trapezoidale e la lunetta superiore, separata dal riquadro centrale da un listello. Noterai anche i resti delle ali dell’esedra, realizzate in filari regolari di blocchi basaltici.
La zona circostante – e più in generale l’intero territorio di Borore – è un vero e proprio parco archeologico diffuso. A 200 metri dalla tomba, sull’altro lato del sentiero che conduce all’area, troverai il nuraghe omonimo, Imbertighe, un monotorre del quale si conservano pochi filari. Tra le altre testimonianze dei dintorni, i nuraghi Bighinzone, Toscono e Porcarzos di tipo complesso, con un mastio al centro di un bastione quadrilobato, e il villaggio di Duos Nuraghes, il cui nome lascia intendere la presenza di una ‘coppia’ di nuraghi, eretti a dieci metri di distanza l’uno dall’altro. Nei pressi del nuraghe Toscono e della chiesetta campestre dedicata a San Gavino visiterai anche la tomba di Giganti di Santu Bainzu, di tipo dolmenico, anch’essa con stele centinata.
Borore merita una visita anche per le sue tradizioni: non dimenticare di visitare il museo del pane rituale, che ‘racconta’ i pani tradizionali e quelli prodotti in occasione delle feste, e di assaggiare i gustosi dolci tipici.