Alcune sue antiche case sono ricavate nel calcare di un altopiano, che si eleva a 350 metri d’altezza, tra dolci colline e il mare del golfo dell’Asinara. Sedini è un borgo di mille e 300 abitanti dell’Anglona, che custodisce particolarità naturali, cultura tradizionale ed eredità preistoriche, specie la domus La Rocca, ‘la cattedrale delle domus de Janas’, uno dei più singolari monumenti prenuragici dell’Isola, che si trova nella strada principale del paese! È un’enorme roccia sul ciglio del vallone di Baldana che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Le trasformazioni nel corso dei secoli, specie nel Medioevo, l’hanno resa parte ‘viva’ del paese: è stata cava per produrre mattoni, prigione, ricovero per animali, negozio e abitazione. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente. L’altopiano dove sorge il paese è costellato di grotte abitate nella preistoria: Li Conchi, Li Caadaggi e La Pilchina. Affascinante è la Fossa de la Loriga, dentro il colle Lu Padru: stalattiti e stalagmiti impreziosiscono le sue sale alte dieci metri. Vicino si erge il nuraghe Lu Padru, ‘bianco’ perché eretto con massi calcarei. Conserva intatta la camera interna.
Il centro storico del paese presenta scalinate e sottopassaggi, unico nel suo genere grazie all’effetto scenografico di case costruite a ridosso e sopra i banchi di roccia, talvolta sfruttandone le cavità. Prelibati sono i prodotti agroalimentari (carni, formaggi, miele e vino) e la tradizione gastronomica, incentrata su pani e dolci (ozzaddini, origlietti, frijoli e cozzuli di pilhtiddhu). La bella parrocchiale di sant’Andrea - patrono celebrato a fine novembre – risale al 1517 con restauri tra XVIII e XIX secolo. Custodisce una copia della ‘Trasfigurazione’ di Raffaello, opera di Andrea Lusso (1597). Lo stile degli interni varia dal tardogotico al rinascimentale.
Intorno al borgo, ammirerai panorami mozzafiato, specie nella vallata del rio Silanis, ricca di sorgenti, strapiombi, mulini e chiese medioevali, fra cui i ruderi di san Nicola di Silanis. La chiesa, fondata su un ex monastero benedettino, si trova nel villaggio (abbandonato) di Speluncas, costruita in conci calcarei prima del 1122 per volontà della famiglia Zori - nobili appartenenti alla cerchia del giudicato di Torres – e risalta per perfezione e purezza architettonica. Altro monumento imperdibile è la chiesa di san Pancrazio di Nursi, isolata su un’altura, ricavata nell’unico ambiente superstite di un monastero del XII secolo. Nelle murature si alternano cantoni in calcare e in pietra vulcanica.