È l’unico in Sardegna, uno dei pochissimi in Italia, ad aver conservato la struttura portante in legno e, nonostante le particolarità del suo aspetto esterno, si inserisce perfettamente nel tessuto urbano di Alghero. Il teatro civico, conosciuto anche come teatro Gavino Ballero, si affaccia tra palazzotti di impronta catalana in piazza del Teatro, adiacente allo storico palazzo della curia vescovile. Non a caso la cittadinanza locale la chiama plaça del bisbe, cioè la ‘piazza del vescovo’. Durante il Medioevo vi sorgeva il mercato delle granaglie, come testimoniato da tracce di grandi silos rinvenute, durante lavori di restauro, nel banco roccioso sul quale fu costruito il teatro.
L’area fu poi destinata alla nascita di un teatro a seguito dello ‘sfratto’ subito dalla ‘società degli amatori del teatro’ – attiva sin dall’inizio del XIX secolo – che stava usando un locale attiguo alle scuole. Nel 1842 fu bandito un concorso pubblico per la costruzione: vinse il progetto dell’architetto Felice Orsolini, poi abbandonato in quanto i costi sarebbero stati eccessivi; si attuò, invece, il piano dell’architetto Franco Poggi, ispirato al teatro Carignano di Torino e al teatro civico di Sassari. Dopo varie tribolazioni per assegnazione ed esecuzione dei lavori, il teatro fu inaugurato nel 1862, seppure privo dell’intonaco in facciata e ai lati: il costruttore infatti abbandonò improvvisamente i lavori, a causa di dissidi con l’amministrazione comunale. La prima rappresentazione fu ‘I Masnadieri’ di Giuseppe Verdi, poi negli anni si alternarono decine di compagnie, con spettacoli che variavano tra teatro classico, operette, proiezioni con il cinematografo, spettacoli di illusionismo, feste da ballo e concerti, fino alla chiusura risalente alla fine degli anni Cinquanta del XX secolo, per motivi di sicurezza. Tra la fine XX e inizio XXI secolo, una serie di lavori ha permesso la riapertura, restituendo finalmente il teatro alla città.
Oggi visiterai un edificio dal gusto neoclassico, con una facciata in conci di arenaria, in cui spiccano sei lesene con capitelli ionici e conclusa da un attico. La pianta della sala è a ferro di cavallo, con platea, tre ordini di palchi e loggione. Al centro del secondo ordine trova posto il palco reale, con il foyer posizionato alle sue spalle, le cui finestre si affacciano direttamente sulla piazza del vescovo. Ammirerai l’originale argano meccanico per il controllo del lampadario e noterai varie decorazioni sulle pareti che dividono i palchetti, le capriate lignee di sostegno al tetto e la cupola che sormonta la platea, anch’essa originale, in legno.