Si adagia in una fertilissimo tratto di pianura alluvionale, da cui affiorano rocce basaltiche, testimonianza dell’antica attività vulcanica del vicino Montiferru. Tramatza è un piccolo centro di mille abitanti ai confini dell’Oristanese, attraversato dal fiume Cispiri, da sempre determinante in storia ed economia agropastorale del paese, anche per la produzione di canne, note per la loro resistenza. Le vedrai lungo il corso d’acqua, insieme a salici, giunchi e tamerici - tramatzu in campidanese, da cui il toponimo del centro -, habitat di aironi, gallinelle d’acqua e garzette. Vicino al Cispiri sono stati rinvenuti i resti di un ponte romano, di età compresa fra tarda Repubblica e primo impero.
Il paese compare per la prima volta nel 1130 nell’atto di fondazione del monastero di santa Maria di Bonarcado: faceva parte della curatoria del Campidano di Milis, all’interno del giudicato d’Arborea. Nel centro storico, case tipicamente rurali, in mattoni di terra e paglia essiccati e con caratteristici portali e loggiati, fanno da contorno alla parrocchiale dei santi Maria Maddalena, Salvatore e Geminiano, Consacrata nel 1388, custodisce nella sagrestia un sarcofago di età giudicale con decorazioni a bassorilievo. La patrona santa Maria Maddalena è celebrata a fine luglio. Nella periferia del paese, vedrai la chiesa di san Giovanni battista, risalente al XVII secolo. È il santo più venerato, celebrato a fine giugno. Alla festa è associata la sagra della pecora. Altri appuntamenti tradizionali molto sentiti sono la festa del pane a maggio, la sagra della cipolla di inizio agosto e la rassegna del vino novello a novembre, tutti legati alla tradizione agricola. Mentre a metà gennaio si accende un grande falò in onore di sant’Efisio. Tanti i piatti tipici locali, a base di legumi, specie fave, cipolle, patate, salsiccia arrosto, pollo e coniglio alla vernaccia, spezzatino con verdure, anguille con il formaggio. E soprattutto i dolci, preparati per feste e cerimonie: amaretti, bianchini, gueffus, pabassinus de saba, pardulas, pirichitus, pistoccus e sospiri.
Nel territorio di Tramatza, numerosi reperti indicano la presenza di popolazioni prenuragiche che abitavano sin dal Neolitico due villaggi, a su Sarrigheddu e a is Launeddas e seppellivano i defunti nelle domus de Janas. Diverse anche le testimonianze nuragiche, in particolare sette nuraghi, tra cui l’Attus e il Mannu.