L’atmosfera misteriosa e magnetica di un luogo fermo nel tempo, il silenzio assordante di una bellissima località costiera mai affollata, il racconto inedito di un affascinante sito di archeologia industriale. Open Mar-Miniera Argentiera è il primo museo minerario open air, fondamentale ‘motore’ di rigenerazione e valorizzazione dell’insediamento estrattivo, un tempo, più produttivo del nord dell’Isola, attualmente parte del parco geominerario della Sardegna e patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco, nonché del villaggio di minatori sorto attorno, oggi borgata popolata da poche famiglie di contadini (70 residenti).
Dopo i discutibili tentativi, andati a vuoto, a fine anni Settanta del XX secolo di trasformare i ruderi dell’Argentiera in villaggio turistico e i più recenti interventi di riqualificazione urbana e messa in sicurezza degli impianti, ora spetta al progetto Open Mar indicare la strada di tutela e riqualificazione dell’attuale frazione di Sassari - da cui dista 43 chilometri lungo statale 291 e provinciale 18 -, incastonata fra scogliere argentate a picco sul mare turchese, a metà strada fra Alghero e Stintino. Una volta terminata l’epopea mineraria, i ruderi dell’attività industriale, confusi tra i nuovi edifici e contornati da natura selvaggia, sono divenuti parte integrante dell’ambiente, dando al contesto ulteriore suggestione.
Nel museo memoria storica e identità mineraria s’incontrano con arte e innovazione. A inaugurarlo ufficialmente a maggio 2019 è stato un tour di artisti e professionisti della creatività digitale. In due settimane di soggiorno nel borgo hanno scoperto da vicino la storia del luogo. Grazie al coinvolgimento della comunità locale hanno dato forma a quattro opere fisiche in paste up art, connesse ad altrettante opere di animazione digitale. Una quinta installazione è stata realizzata da abitanti e visitatori della borgata. Un percorso artistico racconta la storia dell’ex miniera, che sfruttava ricchi giacimenti di piombo e zinco argentifero, noti sin dall’Antichità e sfruttati da sempre, seppure ufficialmente l’attività estrattiva iniziò nel 1867 e durò un secolo esatto. Una vicenda costellata di successi ma anche di disgrazie, cui sono legate leggende sulle anime dei minatori sepolti vivi nelle gallerie.
L’itinerario ti farà vivere un’esperienza attraverso i luoghi più significativi del borgo e degli impianti estrattivi, tra spazi aperti e chiusi. L’allestimento è in continuo sviluppo, pensato per crescere nel tempo. La prima tappa è nei locali della vecchia laveria, restaurata di recente, dove è stata allestita una mostra: laddove donne e bambini, per decenni, separavano a mani nude le parti buone dei minerali estratti dagli scarti, ora sono esposte fotografie storiche, lampade, picconi, badili, ceste, vestiario, vecchie pubblicazioni. Il tour scende dalla chiesetta di Santa Barbara lungo una bella scalinata a terrazzamenti sino alla piazza centrale che ospita, a fine luglio, un festival letterario. Poi si snoda lungo i luoghi simbolo, popolati di grandi installazioni, pensate per svelare un ulteriore racconto grazie alla realtà aumentata. Argentiera in augmented reality è la parte più originale del percorso: per fruire delle opere, individuale nella mappa e inquadra con tablet o smartphone i loro poster affissi sugli edifici: grazie all’app realizzata ad hoc, le vedrai animarsi e dare vita all’opera digitale. Camminando tra le rovine, sarai pervaso di emozioni ed energia sprigionata dagli edifici.