Una enorme distesa di mandorli in fiore, così ti si presenterà in inverno il paesaggio di un piccolo borgo dell’Alta Marmilla, a pochi passi dal monte Arci. Baressa, Comune di circa 700 abitanti in provincia di Oristano, è noto soprattutto per la coltivazione di mandorleti, da cui la sagra della mandorla e la mostra-mercato, mete ogni anno di tanti visitatori, durante le quali assisterai alla preparazione e degusterai pani tradizionali e dolci preparati con le mandorle (amaretti, gateau, gueffus, pan’e sapa). Nel corso delle manifestazioni potrai visitare le botteghe de is Artis (i mestieri artigianali), note soprattutto per i cestini scatteddus, in canna e olivastro. Tra i prodotti agricoli sono rinomati anche vino e olio. Da non perdere la visita a oltre mille ulivi plurisecolari, inclusi nel parco Marrogali, a un chilometro dal centro abitato: un bosco di lecci e roverelle di tre ettari, meta ideale di escursioni.
Nel centro storico del paese, in un edificio del secondo Ottocento, ammirerai i vari ambienti della casa-museo, testimonianza della cultura agro-pastorale: ricovero degli animali, mulino, camera da letto arredata con antichi manufatti, focolare, sala con pregevoli tessuti lavorati a mano, s’omu de su trobaxiu (casa del telaio), dispensa familiare e deposito per i cereali. Nel cortile trovano posto aratri e attrezzi da lavoro nei campi e la casa della macina con frantoio, torchio e macina del grano.
Il più grande patrimonio monumentale di Baressa è la parrocchiale di san Giorgio, edificata nel 1600 su una precedente chiesa e composta da una navata centrale voltata a botte e da quattro cappelle laterali. La torre campanaria è coperta a cuspide, rivestita con piastrelle di grès color rosso. L’architettura di facciata e interno è semplice e lineare, a eccezione della ricchezza di marmi policromi dell’altare maggiore. San Giorgio custodisce una statua della Vergine, molto cara alla popolazione. Un tempo risiedeva nella suggestiva chiesetta campestre di santa Maria Atzeni, di cui oggi rimane poco più che una cappella. Dove c’è il luogo di culto, un tempo c’era il villaggio di Atzeni, borgo fondato nel Medioevo su un precedente insediamento punico-romano. Oltre a questo sito, tutto il territorio è disseminato di testimonianze romane, gli abitati di Pranu Sizzonis, Bruncu Uras, Donigala e le necropoli di Santa Maria e Santu Miali, e di epoca nuragica, i nuraghi Molas, Monte Majore e su Sensu.