Al centro della Marmilla, nella valle del fiume Mannu, ai piedi della Giara, si respira un’aria speciale: sin dalla preistoria Barumini fu il centro principale di un territorio ricchissimo, oggi, popolato da circa mille e 300 abitanti, è uno dei luoghi di cultura più affascinanti dell’Isola. All’ingresso dell’abitato sorge un complesso monumentale che l’ha reso famoso nel mondo: su Nuraxi, unico sito archeologico della Sardegna dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco (1997). Non solo il più imponente (e meglio conservato) tra i trenta siti nuragici vicini, ma soprattutto la più preziosa eredità che la civiltà nuragica ci ha lasciato. Gli scavi archeologici furono condotti a metà del XX secolo da Giovanni Lilliu. Al ‘padre’ degli archeologi sardi è stato intitolato il centro culturale a pochi passi dal nuraghe, dove si alternano eventi, concerti e mostre (permanenti e temporanee) di archeologia e artigianato in uno scenario inimitabile.
Su Nuraxi, interamente realizzato in blocchi di basalto, presenta una stratificazione di duemila anni, dal XVI a.C. al VII secolo d.C. É un nuraghe complesso, composto da bastione con una torre centrale (alta 18 metri) e quattro angolari, e intorno da un labirinto di 50 capanne (risalenti al Bronzo finale), pozzi e cisterne. Le origini preistoriche di Barumini sono testimoniate anche da un altro nuraghe trilobato, al centro del paese, risalente al XVI secolo a.C., il Nuraxi e’ Cresia (‘nuraghe della chiesa’) venuto alla luce durante il restauro di Casa Zapata, splendida residenza di baroni aragonesi (giunti in Sardegna nel 1323), costruita a metà 1500, raro esempio di architettura civile ispanica di ispirazione rinascimentale. Dal 2006 il palazzo nobiliare, insieme a giardino e corte, sono sede di un polo museale, che custodisce all’interno due torri del monumento nuragico, visibili dall’alto grazie a passerelle sospese e pavimenti trasparenti. Nella sezione archeologica del museo (gestito dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura) sono in mostra 180 reperti rinvenuti nel vicino Nuraxi. Le altre sezioni, allestite nella corte rustica, sono storico-archivistica ed etnografica, dove è ospitato il museo regionale delle launeddas, tradizionali strumenti musicali a tre canne.
Barumini fu abitata anche nel periodo successivo come testimoniano tracce di mura di epoca romana. Nel Medioevo fu annessa al giudicato di Arborea: conserva nel suo centro storico bellissimi esempi di architettura religiosa: le chiese di san Nicola, arcaico-pisana, e di san Giovanni, risalente al XIII secolo. Gli altopiani basaltici della vicina Giara, dimora dei famosi cavallini, la cui origine è misteriosa, è quanto di meglio per escursioni di trekking e in bici: li potrai osservare mentre galoppano tra secolari querce da sughero, roverelle, lecci, macchia mediterranea e laghetti temporanei, is paulis.