A nord-ovest la Sardegna finisce qui. Oltre solo mare aperto, spesso sferzato dal maestrale. Capo Falcone (o del Falcone) è l’estrema punta nord-occidentale dell’Isola, un aspro promontorio di scisti neri, nei cui anfratti nidifica il falco pellegrino e dove fa visita il rarissimo falco della regina. La particolare roccia che compone il capo è nota come ‘pietra di Stintino’, che ricopre e abbellisce i muri di molte abitazioni antiche del piccolo borgo stintinese e le ville di residence moderni che si ‘mimetizzano’ sul promontorio. La spoglia roccia scura è bordata, specie a quote basse, dal verde della macchia mediterranea.
Il nome deriva dalla torre del Falcone, costruita sulla cima del capo nel 1557, parte integrante di un sistema difensivo contro le incursioni saracene che comprendeva altre cinque torri costiere vicine. Con un percorso di trekking e mountain bike potrai giungere alla terrazza dove si erge la torre, la più alta dell’intera Nurra: lassù, a 200 metri d’altezza, il panorama è mozzafiato. Osserverai una straordinaria contrapposizione tra i due versanti: a ovest alte e impervie scogliere a strapiombo sul suggestivo ‘mare di fuori’ (mar di Sardegna), blu scuro e agitato dai venti; a est il ‘mare di dentro’, riparato dalla barriera naturale e ribattezzato ‘dei sette colori’: trasparente, celeste, turchese, azzurro, verde smeraldo, blu cobalto e profondo. Qui l’acqua è quasi sempre placida e il fondale bassissimo per decine di metri. La convivenza a distanza di pochi metri di due paesaggi estremamente diversi è la peculiarità di Stintino.
Dalla torre del Falcone la tua vista spazierà sino a Capo Caccia, passando per la splendida valle della Luna, Coscia di Donna, Cala Vapore e l’Argentiera. Di fronte si stagliano l’isola Piana e, dietro, il parco dell’Asinara. Ai piedi dell’aspro promontorio, si distende un isolotto sormonatato da un’altra torre, tratto distintivo della distesa di sabbia candida e finissima de La Pelosa, una delle spiagge più belle d’Europa, paradiso tropicale nel Mediterraneo e tappa obbligata della tua vacanza. Accanto la deliziosa ‘sorella minore’, detta La Pelosetta. Verso oriente, vedrai in lontananza le distese di sassolini bianchi e tondi de Le Saline e di Ezzi Mannu, passando per L’Ancora e gli scogli di Punta Negra.
Da Stintino arriverai sin su a Capo Falcone percorrendo circa cinque chilometri lungo la strada per La Pelosa. Il capolavoro della natura ha reso l’ex paesino di pescatori una rinomata località turistica, a partire dagli anni Settanta del XX secolo. In principio era del tutto simile a Cala d’Oliva sull’Asinara, borgo di case bianche di provenienza delle 45 famiglie liguri che lo fondarono nel 1885, quando il Regno d’Italia insediò sull’isola lazzaretto e colonia penale. Il paese sorge in una lingua di terra tra due insenature, i porti ‘Vecchio’ e ‘Nuovo’, dove sono ormeggiati i celebri gozzi in legno a vela latina. La storia stinitnese è indissolubilmente legata a pesca e lavorazione del tonno: la rivivrai nel museo delle Tonnare nell’ex tonnara ‘Saline’. La pesca è ovviamente alla base della sua tradizione culinaria
Il territorio di Stintino si protende verso l’Asinara, fin quasi a toccarla. I suoi porti, non a caso, sono gli imbarchi più vicini per visitare il parco nazionale – che fa parte del territorio di Porto Torres - con escursioni in bici, a cavallo, in fuoristrada o trenino: ammirerai paesaggi incontaminati dove il tempo pare essersi fermato.