La tradizione fa risalire la sua fondazione al re vandalo Genserico nel 500 d.C. Giba si adagia in una pianura circondata da basse colline, a pochi minuti dal mare. Centro principale e frazione di Villarios, posizionati lungo la via romana Karalis-Sulki (Sant’Antioco), contano oltre duemila abitanti. Il fertile territorio favorisce la produzione di ottimi olio e vino carignano, carciofi, cui è dedicata una sagra a metà marzo (in concomitanza con la festa di san Giuseppe), e formaggi. Il pane viene preparato in forni tradizionali: a inizio agosto, nella sagra del pane, degusterai, oltre a pietanze tipiche, le sue varianti: civraxiu, coccoi, pani ‘e saba, pane con olive, ricotta e lardo. Deliziosi i dolci (gueffus pabassinas, pardulas e pistoccus), opere d’arte, come i manufatti tessili: tappeti e arazzi. L’artigianato locale ti offre anche coltelli, cestini e is pippias de canna, bamboline fatte di canne.
Attorno al paese dolci rilievi, coperti di macchia mediterranea e ulivi secolari, si affacciano sul golfo di Palmas. Nella spiaggia di Porto Botte, oggi frequentata da kite surfer, sbarcò l’infante Alfonso nel 1323: fu l’inizio di un dominio spagnolo lungo quattro secoli. Accanto una laguna, habitat di cavalieri d’Italia, falchi di palude, fenicotteri rosa e pollo sultano, attrazione per amanti del birdwatching. Vicino è il lago di Montepranu, ideale per appassionati di pesca sportiva. Circa 15 chilometri a sud, troverai le spiagge di Sant’Anna Arresi e di Teulada.
Giba è stata abitata sin dal Neolitico, lo attestano le domus de Janas di is Gannaus, risalenti al 3500 a.C. A età del Bronzo risalgono nuraghi di varia tipologia, tra cui il nuraghe Villarios, che si erge a controllo della costa, e soprattutto il complesso (in ottimo stato) di nuraghe Meurra (XII a.C.), al confine con San Giovanni Suergiu e Tratalias, che comprende anche villaggio, pozzo sacro e tomba di Giganti. Non mancano tracce fenicio-puniche, mentre evidenti sono quelle romane: ruderi di due ville, del tracciato di una strada, di un ponte e di terme. Si ipotizza che il paese sia stato fondato durante le invasioni vandaliche: furono deportati nordafricani mauritani, che lasciarono in eredità nel Sulcis i loro tratti somatici. A fine primo millennio monaci cassinesi e vittorini diedero impulso a comunità e territorio, costruendo qui monasteri (uno integro in periferia) e chiese romaniche, tra le quali ci rimane Santa Marta a Villarios (forse del 1066), su un’altura: da su ammirerai litorale e arcipelago del Sulcis. La santa è celebrata a fine luglio, mentre a fine giugno si festeggia per tre giorni il patrono san Pietro. Suggestiva la processione con un corteo di fedeli in abiti tradizionali, cavalieri e suonatori di launeddas.