La sua origine è medievale, forse risalente al XII secolo, ma il suo aspetto attuale è ottocentesco e il suo fascino è legato all’originale intreccio di stili differenti. Il duomo di Bosa, dedicato all’Immacolata Concezione, è concattedrale della diocesi di Alghero-Bosa e sorge quasi adiacente alla riva destra del fiume Temo, lungo la quale si estende il quartiere medievale di sa Costa. Passeggiando per le stradine del borgo di case colorate, vedrai comparire improvvisamente l’imponente profilo della cattedrale e la facciata dal gusto tardobarocco e neoclassico, divisa in due ordini separati da un cornicione aggettante, con paraste e lesene in trachite rossa.
Varcato l’ingresso, osserverai una pianta a navata unica con copertura a botte, divisa in campate e alla quale sono addossate quattro cappelle per lato. La prima cappella a destra, in realtà, ti sembrerà una chiesa a sé stante: chiamato ‘cappellone del Sacro Cuore’, è ornato da altari laterali e il suo presbiterio è rialzato e cupolato. Anche il presbiterio principale è rialzato, accessibile da una scalinata con due leoni marmorei alla base, e coperto da una cupola innestata su un tamburo ottagonale. L’altare maggiore ospita le statue dei santi patroni di Bosa, Emilio e Priamo. Lungo le pareti del santuario noterai una suggestiva serie di pitture a tempera, raffiguranti il Paradiso dantesco, realizzate nel biennio 1877-78 dall’artista parmense Emilio Scherer. Il campanile, interamente in trachite rossa, non è mai stato completato. Vi è scolpita una data, 1683, testimonianza di una fase costruttiva della quale non rimangono altre tracce. A partire dal 1803 il duomo fu oggetto di una lunga e imponente opera di restauro che ne modificò profondamente la struttura e l’aspetto, mentre l’opera di decorazione interna proseguì per gran parte del XIX secolo.
La chiesa divenne cattedrale a scapito della più antica San Pietro extra muros, suggestivo santuario romanico che potrai ammirare pochi chilometri fuori dall’abitato, nell’area che un tempo ospitava il nucleo originario di Bosa, oggi scomparso. La Bosa medievale fa rima con il castello di Serravalle o dei Malaspina, che domina il paesaggio dall’omonimo colle. Nel cortile della fortezza ammirerai la cortina muraria e le torri di guardia, sentirai raccontare leggende di battaglie, tradimenti, fantasmi e passaggi segreti, e visiterai la Nostra Signora de sos Regnos Altos, nelle cui pareti compare uno straordinario ciclo di affreschi. La chiesa è teatro della festa religiosa più sentita della cittadina, mentre quella ‘pagana’ più celebre è il karrasegare osincu, il carnevale bosano.