Nel cuore della Barbagia di Seulo, nel territorio di Sadali, piccolo centro al confine tra le province di Cagliari e Nuoro, un’antica leggenda avvolge una rigogliosa foresta di lecci. Nella lussureggiante vegetazione, al confine con Seulo e a due passi da su Stampu ‘e su Turrunu, una cascata alta 16 metri che fuoriesce a getto da una roccia, si nascondono Is Janas. Avvolte da un alone di mistero, le grotte, lunghe 240 metri, richiamano antiche favole e le loro protagoniste, le fate. Si tramanda che vivessero lontano da occhi indiscreti a preparare prelibatezze e dolci e fossero state pietrificate da Dio per avere ucciso (e schernito) un vecchio frate.
La cavità sotterranea oggi racchiude un tesoro naturalistico di grande pregio e una fauna particolare. Suddivisa in sei ambienti, si aprirà al tuo sguardo dopo alcuni gradini che danno al vestibolo, ossia un ampio salone in leggera pendenza dove crescono goccia dopo goccia particolari stalagmiti, avvolte da una patina vegetale. Addentrandoti, accederai a s’Omu de is Janas, la casa delle fate. In questa sala ovoidale lunga 25 metri e larga 8 troverai le janas diventate – secondo leggenda - tre imponenti stalagmiti. Colate, colonne e drappeggi marmorei rendono il luogo incantevole. Dall’alto del soffitto, ti abbaglierà una tempesta di stalattiti bianche. Superata la sala delle ‘antiche padrone di casa’, giungerai a su Mulinu, terza sala con una massiccia colata color ocra. Vicino c’è una piccola stalagmite che ricorda una Madonna col bambino. L’ambiente successivo è su Longu, un corridoio spoglio sul cui fondo ammirerai basse colonne che si affacciano su un laghetto. Da qui accederai al Ponte, una lama di roccia che porta all’ultima stanza, la sala del Guano: una folta colonia di pipistrelli ne ha fatto il suo riparo. Proprio la fauna cavernicola è caratteristica della grotta: molluschi, centogambe, ragni, pseudoscorpioni, lepidotteri, vari tipi di insetti e la salamandra eutroglofila sono gli abitanti di un luogo rimasto fermo nel tempo.
Sadali è un pittoresco borgo medievale a 750 metri d’altezza, sviluppatosi attorno alla parrocchiale tardo-bizantina di san Valentino. Accanto alla chiesa ammirerai una cascata le cui acque finiscono nel baratro de sa Bucca manna (la grande bocca). Il paese è circondato da boschi di leccio, rovere e sughere: non distanti meritano una visita il nuraghe Accodulazzo, dove sono stati trovati preistorici frammenti di ossidiana e cocci ceramici di età romana, e l’antico mulino ad acqua.