Un percorso nel tempo tra ex-voto, anelli, bracciali, pugnali, spilloni, figure raffiguranti folle di devoti offerenti e guerrieri che frequentavano, tra l’età del Bronzo medio e quella del Ferro, il villaggio-santuario di Abini e il villaggio di s’Urbale. Teti, accogliente paesino del Nuorese, arrampicato a 900 metri sulle pendici del massiccio del Gennargentu, traspira aria di antiche civiltà, le cui peculiarità sono ricostruite nel museo comprensoriale archeologico, ospitato dal 1990 in una struttura realizzata nella parte antica del paese. Percorrendo le sue sale rivivrai la vita di s’Urbale grazie alla capanna dettagliatamente ricostruita in scala naturale, e scoprirai i segreti di Abini grazie ai reperti del vasto agglomerato di capanne raccolto attorno al recinto per riunioni e pozzo sacro, un luogo destinato a riti sacri, molto probabilmente al culto dell’acqua.
Il santuario ha restituito un gran numero di bronzi nuragici, tra cui statuine antropomorfe, animali, navicelle e panelle ancora da fondere. Spunta anche una singolare figura, un essere demoniaco o un guerriero ‘eroizzato’, con quattro occhi, quattro braccia e un doppio scudo. Nel museo sono custoditi anche i reperti provenienti dal pianoro di Atzadalai, compreso un idolo con sembianze femminili risalente al Neolitico finale e alcuni reperti provenienti dalle campagne dei paesi vicini del Mandrolisai, Tonara, Sorgono e Meana Sardo. Altri materiali ritrovati nei due siti maggiori di Teti sono custoditi nel museo archeologico nazionale di Cagliari. Sarai accompagnato da guide del museo nella visita agli scavi dei due villaggi, in uno di essi ammirerai un focolare realizzato con uno strato di argilla che periodicamente veniva rinnovato e che forse fu la causa di un violento incendio che costrinse le genti del luogo ad abbandonare il sito.
L’esposizione museale si trova nel centro storico vicino alla parrocchiale di santa Maria della Neve, patrona celebrata a inizio agosto. A Teti troverai archeologia, antichi edifici di culto e anche uno scrigno di tesori culturali, come le mostre etnografiche di casa Satta e casa Mereu. Durante Autunno in Barbagia, sarai inebriato da profumi e sapori delle pietanze tipiche nelle case del borgo aperte ai visitatori, dove rivivere la tradizione agropastorale. Potrai godere anche di incantevoli scorci naturalistici, immergendoti in passeggiate nel verde di boschi di lecci e sughere secolari, castagni, ciliegi e macchia mediterranea, popolati da cervi, daini, mufloni e volpi, e scalando le vette aspre, habitat di rari rapaci, come l’aquila reale che qui nidifica.