Da Alghero si prende la SS 292 che porta direttamente a Villanova Monteleone. Si attraversa il paese e si prosegue lungo la statale in direzione di Monteleone Rocca Doria e Padria. fra il km 29 e il km 30, sulla s., si trova il cancello d'ingresso all'area archeologica. Il contesto ambientale Le sepolture sono collocate su due affioramenti rocciosi, in un'area di colline e valli in prossimità del fiume Temo e del rio Curos, nella Sardegna nord-occidentale. Descrizione La necropoli è costituita da nove ipogei. La tomba I, con ingresso orientato ad E, presenta un breve "dromos" e tre vani in successione longitudinale. Gli ambienti, privi quasi completamente dei soffitti, presentano pianta quadrangolare e portelli molto ampi. La tomba II è costituita da un piccolo "dromos", orientato a E, che introduce in un padiglione quadrangolare dal quale si accede ai vari ambienti. La tomba III è un ipogeo pluricellulare costituito da quattro vani e un padiglione rettangolare preceduto da un breve "dromos". L'anticella e la cella principale descrivono uno schema planimetrico a "T", al quale si parallelamente le altre camere. La tomba IV, rivolta S, presenta un piccolo corridoio, con ampio portello d'ingresso, che immette in una cella a pianta irregolare con piccolo vano laterale. La tomba V ha il "dromos" e un padiglione a semicircolare, orientati a NE, seguiti dalla cella e dall'anticella disposte a "T". Il primo vano ha un soffitto a doppio spiovente. Tra gli ipogei più interessanti è la tomba VI, pluricellulare e con due ingressi: in realtà si tratta di due ipogei unificati in antico. Il primo ipogeo, a "T", ha il "dromos" orientato a NE, una piccola anticella,una cella maggiore rettangolare e due vani laterali. Una coppella emisferica è realizzata nel pavimento dell'anticella. Il secondo ipogeo, in origine formato da un corridoio orientato a SE, da un'anticella e da una cella, divenne in seguito un ambiente unico con la cella del primo ipogeo. un ulteriore vano decentrato completava la planimetria. La tomba VII è pluricellulare con piccolo corridoio volto a E. L'anticella e la cella maggiore, disposte a "T", presentano pianta quadrangolare con soffitto piano. dalla cella principale si accedere, sul lato destro, ad un vano rettangolare. Nella area antistante la tomba sono presenti due piccoli menhir a sezione piano-convessa, (m 1 x m 0,40 e m 0,72 x m 0,40) non "in situ", che in origine proteggevano o segnalavano la tomba. La tomba VIII, che ha restituito una bella statuina di dea-madre, presenta interessanti elementi architettonici scolpiti sulle pareti. Ha un piccolo "dromos" orientato ad E e un vestibolo a pianta irregolare con tracce di decorazioni (cornici?) scolpite sulle pareti laterali. L'anticella, quadrangolare, simula sul soffitto - con rilievo piatto - un tetto ligneo a travetti paralleli. sulla parete di fronte all'ingresso, da cui si accede alla cella maggiore, corrono due fasce piatte sovrapposte sotto la linea del soffitto, mentre al lati del portello sono due riquadri ribassati e incorniciati. Nelle pareti laterali, una fascia piatta delimita un pannello rettangolare con una coppia di corna "a barca" in rilievo. Nella cella successiva - di maggiori dimensioni - il soffitto imita un tetto di capanna con trave di colmo e sette travetti per spiovente. Le pareti mostrano decorazioni con motivi a lesene, fasce e zoccoli. lunghe corna "a fascia" sovrapposte, una falsa porta incorniciata da due stipiti rilevati con l'architrave sottolineato da due ampie corna curvilinee "a fascia", altri riquadri e protomi taurine "a fascia". Gli altri tre vani sussidiari sono rettangolari e privi di decorazioni. La tomba IX, orientata a S, presenta un "dromos" e un padiglione. Dal portello, con profondo rincasso, si accede all'anticella quadrangolare e alla cella rettangolare, disposte a "T". Sul pavimento dell'anticella si nota una coppella emisferica, mentre al centro della cella è presente un focolare rituale formato da un cordone circolare in rilievo e da una piccola coppella centrale. Sulla parete laterale della cella maggiore si apre l'ingresso ai vani secondari quadrangolari coassiali. Altre coppelle si notano sulla roccia nell'area antistante l'ipogeo. Lo scavo ha restituito materiali ceramici attestanti una lunga frequentazione del sito, dal Neolitico finale all'Eneolitico fino al Bronzo antico (culture di Ozieri, del Vaso Campaniforme, di Bonnanaro). Area archeologica di Puttu Codinu Storia degli scavi Nota fin dal 1903, la necropoli è stata scavata nel 1987-88 da Giovanni Maria Demartis. Bibliografia A. Taramelli, [i]Edizione Archeologica della Carta d'Italia. Foglio 193 (Bonorva)[/i], Firenze, 1940, p. 117, n. 6. G. Tanda, [i]L'arte delle domus de janas nelle immagini di Jngeborg Mangold[/i], Chiarella, Sassari, 1985, pp. 22, 56, n. 15, 57, fig. 4. G.M. Demartis-V. Canalis, "La Tomba II di Mesu 'e Montes (Ossi-Sassari)", in [i]Nuovo Bullettino Archeologico Sardo[/i], II, 1985, p. 54. G.M. Demartis, "Villanova Monteleone (Sassari). Necropoli ipogeica di Puttu Codinu", in Nuovo Bullettino Archeologico Sardo, III, 1986, pp. 301-302. G.M. Demartis, [i]La necropoli di Puttu Codinu[/i], collana "Sardegna archeologica. Guide e Itinerari", Sassari, Carlo Delfino, 1991.