Non è un caso che lo ospiti un frantoio posizionato al centro del paese, quasi a simboleggiarne il fulcro. Il museo etnografico sa Domu de s’Olia di Loceri custodisce attrezzi e oggetti legati alle tradizionali attività agricole e artigianali del centro ogliastrino, tra le quali da sempre occupa una posizione di rilievo l’olivicoltura. L'esposizione ‘racconta’ la vita lavorativa e domestica del contadino: al piano inferiore ammirerai la mola, costruita in granito, con vasca circolare e ruota verticale, un tempo azionata dal movimento di un asino bendato. Osserverai anche attrezzi usati per il lavoro nei campi e per l’allevamento del bestiame, oltre agli strumenti per produrre pane, formaggio e vino, nonché oggetti a uso dei maistos artigiani: falegname, fabbro e ramaio. In mostra anche sa sarreta per la decorazione del pane e su ferru de prancia, il ferro da stiro a carbone.
Nei piani superiori entrerai nella quotidianità casalinga di una famiglia contadina, con arredi e oggetti di uso domestico e ricostruzioni delle camere da letto e dell’angolo dei giochi. Qui ammirerai una collezione di giocattoli e alcuni piccoli strumenti musicali tradizionali a fiato, ricavati dalle canne, come sa furrietta e su sulittu, ossia lo zufolo. Un’altra sezione mette in mostra gli abiti tradizionali di Loceri, sia maschili che femminili, sia ‘di tutti i giorni’ che riservati a feste e momenti speciali della vita.
Sa Domu de s’Olia non è l’unico ex frantoio recuperato in paese: a poca distanza, vicino alla parrocchiale di San Pietro apostolo, ce n’è un secondo adibito a museo Vecchi Frantoi, che spesso accoglie mostre temporanee ed eventi culturali. A proposito di eventi, a maggio e a ottobre si festeggia San Bachisio, con una processione accompagnata dal suono delle launeddas e da canti de is cocciusu, dalla parrocchiale alla chiesetta campestre dedicata al santo e ritorno.
Il paesaggio attorno al paese si caratterizza per l’unione di montagna e mare: spiccano le vette di Monte Cuccu e Monte Marè, più a sud spuntano le creste del Monte Ferru, mentre a est si apre una valle che porta dritti alle incantevoli spiagge di Cea – con gli imperdibili faraglioni rossi chiamati is Scoglius Arrubius -, e, in territorio di Bari Sardo, la spiaggia della Torre di Barì.