Sorge su un colle che i nuoresi chiamano sa tanchitta, appartato rispetto ai quartieri storici di Seuna e santu Pedru, caro al premio Nobel Grazia Deledda. Santa Maria della Neve fu eretta sull’area dell’antica chiesetta di santa Maria maggiore, che il vescovo Giovanni Maria Bua decise di ricostruire perché troppo piccola per svolgere funzioni di cattedrale, in seguito all’elevazione di Nuoro a sede di diocesi. Ne benedì la prima pietra nel 1835, ma numerose vicende rallentarono i lavori, che furono portati a termine quasi vent’anni dopo. Il maestoso edificio domina una vasta piazza. Il prospetto timpanato presenta ai lati due campanili gemelli.
La facciata è segnata da quattro monumentali colonne in granito sormontate da capitelli ionici che sorreggono la trabeazione. Il prospetto si chiude con un timpano triangolare che richiama suggestioni palladiane, tanto care al progettista, il frate sassarese Antonio Cano, morto tragicamente durante i lavori di costruzione. I fianchi esterni sono caratterizzati dal disegno sinuoso delle absidi delle cappelle laterali.
L’interno è ‘tecnicamente’ a navata unica, coperta con volta a botte e ampie finestre da cui entra una luce che si diffonde creando effetti chiaroscurali. Ma le tre cappelle per lato, absidate e coperte con volte emisferiche, comunicano tra loro attraverso arconi, perciò l’effetto è quello di tre navate e di pianta a croce. Il presbiterio, sopraelevato, è caratterizzato da una struttura in cui dominano rigorose geometrie, con un alternarsi di marmo bianco e specchiature policrome unite a festoni dorati.
Gli aspetti artistici prendono vita e diventano centro spirituale di tutto il Nuorese nel corso di un’intera settimana tra fine luglio e inizio agosto, in occasione di celebrazioni religiose che coinvolgono parrocchie e confraternite cittadine e quelle di circa altri dieci paesi della provincia: messe, novene e processioni, sino al 5 agosto, giorno della festa popolare, intitolata a santa Maria della Neve.