L’Asinara è storia, fascino e suggestione, il tutto stretto nell’abbraccio della natura. Arrivati a Cala d’Oliva, provoca sensazioni forti osservare le calette selvagge, il piccolo borgo, che ospitò i giudici Falcone e Borsellino, e l’ex colonia penale. Ma l’isola non finisce qui: percorrendo il ‘sentiero del faro’, verso nord, attraverserai Punta Scorno, una ‘lingua’ di terra che conduce al limite estremo dell’Asinara e che custodisce tesori da proteggere, monumenti storici ed edifici dall’atmosfera struggente e malinconica. Potrai seguire il sentiero a piedi o in bici e, durante il tragitto, fare un tuffo nelle acque di Cala Sabina, l’unica spiaggia accessibile nella zona di tutela integrale del parco nazionale. Poi, ti attendono paesaggi da ammirare e immortalare nei tuoi scatti, visite a strutture intrise di storia e tanti aneddoti.
Il promontorio è dominato dal faro di Punta Scorno. Oggi è automatizzato e sin dalla sua entrata in funzione, nel 1859, regola il traffico navale nel mare di Sardegna. Il suo fascio a luce bianca è visibile fino a 16 miglia nautiche, cioè quasi trenta chilometri. Dalla sua cima si scruta il mare in una posizione di totale solitudine, mentre l’edificio risalta nel paesaggio per il suo colore candido. Ha una base a tre piani, in origine quadrangolare, poi rimaneggiata a forma di ‘L’, sulla quale si innesta la torre che regge la lanterna.
La sua storia è legata a quella del carcere: spesso i detenuti prestavano volontariamente la loro manodopera per lavori di manutenzione o per il trasporto di materiali dalle imbarcazioni al faro. In questo modo potevano trascorrere ore in più all’aria aperta e venivano ripagati da un pasto in compagnia, da un bicchiere di vino e, in condizioni di sicurezza, da un tuffo rinfrescante in mare. Un chilometro e mezzo più a sud troverai l’ex stazione semaforica. Si tratta di un complesso in stato di rudere, formato dal semaforo vero e proprio, da un alloggio e da un’altra struttura probabilmente adibita a deposito. A sua volta il semaforo si compone di due parti, un corpo longitudinale a due livelli, ormai privo di copertura, e la torretta a nord.
Lungo il ‘sentiero del faro’ passerai anche accanto a Cala d’Arena, spiaggia sotto tutela integrale, pertanto soltanto osservabile da lontano. L’insenatura è bagnata da un mare turchese, con dune e un ginepreto alle spalle. Tranne che in estate, l’arenile è attraversato da un torrente che sfocia in mare. Poco più a nord si erge la torre di Cala d’Arena, una delle tre – assieme a quelle di Trabuccato e di Cala d'Oliva – a essere state costruite dalla Corona spagnola nel XVII secolo per contrastare le invasioni piratesche.