Si adagia alle pendici del colle di san Giovanni, tra le gole del fiume Imbessu e del riu Maiori, a cavallo fra alta Marmilla e Sarcidano. Il territorio di Asuni, piccolo centro di meno di 400 abitanti che fa parte della Brabaxanna (‘porta della Barbagia’), è caratterizzato dai luoghi incantevoli della valle del Misturadroxiu-Maiori, risalenti al Paleozoico. Sembrano quadri dipinti: osserverai boschi rigogliosi di sughere e lecci, pareti scoscese, valli ombrose che costeggiano i corsi d’acqua e grotte disseminate ovunque, in particolare su Stampu de Muscione Mannu, nella località di Costa Ualla. Spuntano anche cave e miniere (Piscina Porcus e Molinu de jossu) da cui si estraeva un tempo un rinomato marmo.
Il nome del paese può derivare dal latino agaso, ‘stalliere’, o dal logudorese asone (asuni in campidanese), che vuol dire custode del branco, a conferma dell’origine agropastorale. Il centro storico è caratterizzato da stradine strette, dove si aprono le tipiche lollas (cortili) accessibili da antichi portali ad arco. Pur facendo parte del Comune di Samugheo, sono strettamente legate ad Asuni le rovine del castello di Medusa, all’interno del quale, secondo la leggenda si aggirerebbe il fantasma della regina omonima. La fortezza, la cui prima testimonianza è del 1189, sorge a picco sulla gola formata dal riu Aratisi, interamente scavato nel marmo. Fu costruita in epoca bizantina con funzione di controllo e protezione dai barbaricini, che penetravano in Marmilla per saccheggiare. Oggi è completamente immerso nella fitta vegetazione.
Le prime testimonianze umane nei campi di Asuni risalgono al Neolitico: troverai menhir e domus de Janas a Carupixidu, sa Rutta, Ebras noas, s’Utture is Xorrus e soprattutto, nella periferia del paese, la necropoli di Budragas. All’età del Bronzo risalgono tre nuraghi: Casteddu, Oru e San Giovanni.