Ha attraversato i secoli e resistito al tempo, sempre in ottime condizioni grazie a vari restauri, ora dentro le sue mura custodisce un patrimonio fatto di tecniche e saperi tramandati fedelmente ed è diventato uno dei simboli dell’artigianato sardo. Il castello di Castelsardo sorge in cima a una collina a picco sul mare, molto simile a come doveva essere in origine, e continua a ‘vivere’ come sede del museo dell’intreccio mediterraneo: le sue sale espongono produzioni artigianali provenienti da Sardegna e Paesi del bacino del Mediterraneo, realizzate con la tecnica dell’intreccio di fibre vegetali.
La fortezza fu eretta dalla nobile famiglia Doria con il nome di Castelgenovese, probabilmente nel corso del XIII secolo, a protezione dei possedimenti nobiliari nell’Isola e a controllo dei collegamenti marittimi con la città ligure. Fu per alcuni anni residenza di Brancaleone Doria ed Eleonora d’Arborea, poi cadde in mano aragonese nel 1448. I conquistatori la resero una roccaforte difensiva strategica erigendo torri e bastioni e ristrutturandola in continuazione per assicurarne l’efficienza. Mantenne il nuovo nome, Castel Aragonese, fino al XVIII secolo, quando, passato sotto controllo sabaudo, il castello e il borgo circondato dalle mura presero l’attuale nome di Castelsardo.
Dal promontorio del castello osserverai un panorama sul mare, a ovest, sino alle coste dell’Asinara, a est verso Santa Teresa Gallura. Passeggerai negli originali camminamenti di guardia e ammirerai i bastioni fortificati e il ponte levatoio. Al suo interno ti attenderanno le nove sale del museo, disposte su due livelli, che mostrano gli ambienti d’uso e le tecniche di lavorazione a intreccio – a incrocio e a spirale - delle fibre, con oggetti di uso quotidiano, per la conservazione di prodotti agricoli, per la pesca e l’allevamento, fino ai manufatti dal significato magico e religioso. Ti sorprenderà su fassoi, un’imbarcazione tipica dei pescatori degli stagni di Cabras e Santa Giusta, realizzata con fieno palustre, corde di giunco e chiodi di canne. La tradizione più prettamente castellanese è quella della cestineria, con corbule, canestri, crivelli e setacci.
L’arte dell’intreccio pervade anche le strade del borgo: osserverai le cestinaie, custodi di tradizioni secolari, intrecciare palme, fieno e rafia e mostrare ai visitatori le loro creazioni, affascinanti mix di tradizione e innovazione.
I gioielli architettonici di Castelsardo sono tantissimi: visiterai la cattedrale di sant'Antonio abate, con la sua torre campanaria a picco sul mare, la chiesa di santa Maria delle Grazie e il palazzo La Loggia. E poi c’è il mare con la marina di Castelsardo e la spiaggia di Lu Bagnu, frazione a due chilometri dal paese: scogli piatti, sabbia tenue e acqua cristallina protetti dal verde mediterraneo.