Sono tanti in Sardegna, tantissimi in Ogliastra, una delle cinque blue zone internazionali dove la concentrazione di ultranovantenni e centenari in buona salute e in forma psicofisica è nettamente più alta rispetto alla media del resto del mondo. E non è soltanto una questione di corredo genetico, sono in gioco il cibo semplice e genuino, come si faceva una volta, l’ambiente naturale, il contesto culturale e sociale, il valore della ‘memoria’ condivisa e tramandata.
In giro per la Sardegna si incontrano un po’ ovunque, nelle piazze dei paesi, nei sentieri attorno ai borghi dove vanno a camminare in compagnia, o mentre si danno da fare nelle vigne e negli orti. Ma è nei momenti speciali della vita delle comunità che si fa conoscenza del loro innato senso di accoglienza e ospitalità, durante le sagre, le feste tradizionali e le rassegne itineranti, come Autunno in Barbagia o Primavera nel cuore dell’Isola, che animano i paesi dell'interno.
In queste occasioni di festa li vedrai accanto alle nuove generazioni cimentarsi nella loro arte, espressione di cultura e civiltà di cui sono fieri custodi. Sono maestri di poesia improvvisata, raffinati musicisti di strumenti che affondano nella notte dei tempi, come le launeddas, sono portatori, dall’Antichità a oggi, del canto a tenore, proclamato ‘capolavoro orale immateriale dell’Umanità’. E se la loro arte arriva dritto al cuore, sentirai di voler bene anche ai loro racconti di vita semplice conditi di antica saggezza.
Lo dice la scienza, l’equilibrio vitale dei centenari e delle persone longeve sarde dipende anche dal riconoscersi nella propria identità culturale, nella lingua e nelle tradizioni che tramandano con spontanea naturalezza alle nuove generazioni, le quali con orgoglio le fanno proprie. Questo grande patrimonio d’arte, cultura e civiltà è vivo nei luoghi un po’ nascosti, sarebbe un peccato lasciare la Sardegna senza scoprirlo.