Si arrampica a oltre 700 metri d’altitudine su un altopiano calcareo (su Taccu), che spalanca le porte della Barbagia di Seulo e lascia alle spalle il Sarcidano. Sadali è un pittoresco borgo medioevale di quasi mille abitanti. Boschi di lecci, rovere, sughere e macchia mediterranea circondano l’abitato. Il fiume Flumendosa conferisce ulteriore fascino al paesaggio, mentre l’altopiano ha un aspetto brullo e spoglio, eccetto sprazzi di foresta che un tempo lo ricopriva interamente. Il multiforme territorio è stato abitato da età nuragica: vicino al borgo c’è il nuraghe Accodulazzo, dove sono stati rinvenuti pezzi di ossidiana e cocci preistorici, nonché frammenti di ceramica di età romana.
Su Taccu è un serbatoio di falde che alimentano una miriade di sorgenti, torrenti e cascate, tra cui su Stampu de su Turrunu, un prodigio della natura al confine fra Seulo e Sadali. È il risultato di un triplice fenomeno carsico: inghiottitoio, grotta e risorgiva con cascata e laghetto. L’itinerario per raggiungerlo passa per le vicine grotte Is Janas, dimora, secondo leggenda, di tre fate. Avvolte da un alone di mistero, le cavità si estendono per 300 metri visitabili: un tesoro naturale rimasto fermo nel tempo con sei ambienti fatti di imponenti stalagmiti e stalattiti che si uniscono in colonne, colate color ocra e drappeggi marmorei.
Sadali è anche l’unico caso in Sardegna di una rapida all’interno del centro abitato: è la cascata di San Valentino, formata da sorgenti perenni, che deve il nome alla vicina antica parrocchiale di San Valentino, attorno alla quale, prima del 1335, è sorto il borgo. Ammirerai la forza dell’acqua che scorre lungo un costone verde e sfocia in un baratro sotterraneo, sa bucca manna (la grande bocca), dotata di un sentiero per la visita. In età feudale la forza dell’acqua azionava i mulini del paese. A poche decine di metri dalla cascata, ne ammirerai uno del XVII secolo, che conserva gli antichi strumenti di lavoro. La chiesa, unico santuario sardo intitolato a Valentino, martire romano del III secolo, è di origine tardo bizantina e ospita un seicentesco altare ligneo. Le altre chiese sadalesi sono Sant’Antonio, in onore del quale si accendono i fuochi a metà gennaio, santa Maria (XV-XVI secolo) e Sant’Elena imperatrice. Al centro del paese c’è la casa museo sa Omu ‘e zia Cramella, di fine Ottocento. In quattro sale troverai arredi e strumenti artigianali e agricoli. Il maggior evento gastronomico è a inizio agosto: la sagra dei culurgionis, ‘raviolo’ con ripieno di patate, menta e pecorino. La festa religiosa più sentita è in onore della Madonna d’Itria, con solenne processione sino alla chiesa campestre a lei intitolata.