Tradizioni, saperi, sapori, suoni e profumi della cultura barbaricina immersi in uno splendido contesto paesaggistico. Una combinazione di natura ed etnografia ti accompagnerà nella visita guidata – di un’ora circa – all’interno del parco museo s’Abba Frisca, adagiato nella vallata di Littu, suggestivo angolo del territorio di Dorgali, il più esteso del Nuorese (226 chilometri quadri). Circondato da un fitto bosco e dominato dai bastioni calcarei dei monti Ruiu e Irveri, propaggini settentrionali del Supramonte, il parco dista quattro chilometri dal centro abitato. La stessa distanza lo separa da Cala Cartoe e dal borgo di Cala Gonone, paradiso delle attività all’aria aperta - trekking, biking, climbing, kayak e diving -, il cui porto turistico è punto di partenza di minicrociere verso le grotte del Bue marino, le incantevoli Cala Fuili e Cala Luna, nonché le altre splendide cale della parte meridionale del golfo di Orosei.
L’itinerario del parco-museo nasce dalla riqualificazione e valorizzazione di una vecchia azienda agricola e si snoda per 400 metri tra camminamenti megalitici, alberi secolari, siepi di macchia mediterranea e di piante officinali o tintorie. L’elemento dominante è l’acqua: la sorgente s’Abba Frisca, oltre che dar nome al parco, alimenta fontane, cascate, zampilli e un laghetto, popolati da germani, anatre, gallinelle e tartarughe. Superato il maestoso ingresso in pietra, ti accoglieranno lecci, ginepri, carrubi, lauri, viburni, tamerici ed essenze mediterranee. A rappresentare metaforicamente l’equilibrio tra uomo e natura, gli aspetti botanici, esposti in 15 ambienti, si intrecciano con circa 5000 oggetti della civiltà contadina e agropastorale, che ricreano uno spaccato di vita in Sardegna tra XVII e inizio XX secolo.
In molitura del grano, lavorazione di pane carasau e formaggio, ferratura dei cavalli, forgiatura del ferro, filatura e tessitura - cui assisterai in giorni prestabiliti - rivivono conoscenze millenarie. Osserverai luoghi di lavoro e dimore tradizionali, a iniziare dal cuile, ultrasecolare capanna del pastore, in blocchi di basalto e copertura conica in legno, che richiama l’età nuragica, con focolare al centro e strumenti per la produzione del formaggio. Nel cortile del contadino, accanto a carro e aratro, la mola asinaria in pietra. Non lontano, l’angolo del fabbro con fucina, forgia e macchina per ferrare i buoi. In s’orriu, il magazzino delle scorte, vedrai una gruetta in legno usata per fare il formaggio e silos in sughero per conservare i cereali. Completano l'ambiente marchi padronali, misure di capacità, selle e bardature per animali da soma, in particolare per le razze equine che animano il parco: asinello sardo e asinello bianco dell’Asinara, cavallo anglo-arabo e bardotto, raro incrocio tra cavallo e asina, da ammirare all'interno del recinto degli animali.
Tappa successiva è un ambiente con due camere da letto, complete di biancheria e arredi di un tempo, tra cui cassepanche settecentesche. E poi la sala per filatura e tessitura con antichi telai, tessuti, abiti tradizionali, un calesse, armi ottocentesche, gioielli in filigrana e strumenti musicali. Si prosegue con i torchi per la lavorazione del vino cannonau e con frantoio e pressa per la produzione dell’olio d’oliva, eccellenze dorgalesi, insieme a pecorino e dolci tradizionali. Da non perdere anche l’angolo delle medicine tratte dalle piante officinali e il vecchio pozzo sovrastato da una noria a trazione animale, unica funzionante nell'Isola. Ultima tappa è sa coghina (la cucina) con forno per il carasau. Verso l’uscita vedrai una serie di mangiatoie in pietra, realizzate dagli scalpellini di un tempo. Un viale con palme nane, mirti, corbezzoli, lentischi, olivastri, oleandri e cipressi chiude l’itinerario, cui si aggiungono laboratori didattici e dimostrazioni di artigiani.
Il parco è una delle ‘perle’ del territorio dorgalese, punteggiato di attrazioni naturali, come il parco di Palmasera e la grotta di Ispinigoli, e archeologiche, come i villaggi nuragici di Serra Orrios e di Tiscali, meta di trekking a metà col territorio di Oliena, la tomba di Giganti s’Ena ‘e Thomes e il nuraghe Mannu.
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